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Salustia
Dramma per musica anonimo, da Alessandro Severo di Apostolo Zeno
Musica di Giovanni Battista Pergolesi 1710-1736
Prima rappresentazione: Napoli, Teatro San Bartolomeo, gennaio 1732

Personaggi
Vocalità
Albina
Soprano
Alessandro Severo
Tenore
Claudio
Tenore
Giulia Mammea
Contralto
Marziano
Contralto
Salustia
Soprano
Note
Al giovane Pergolesi, appena uscito dal Conservatorio dei Poveri di Gesù Cristo e reduce dal successo del suo ‘saggio finale’, il dramma sacroSan Guglielmo duca d’Aquitania, venne offerta alla fine del 1731 la prestigiosa opportunità di esordire con un’opera seria al San Bartolomeo: si trattava di una produzione fastosa, nata all’ombra delle esigenze del primo uomo, l’anziano e famosissimo Nicolò Grimaldi (Nicolino) che determinò un’impostazione ‘vecchio stile’ delle arie (era stato il primo Rinaldo per Händel, 1711). Nicolino però morì il 1º gennaio 1732 e venne sostituito da Gioacchino Conti, che certo non gradì le arie ‘antiche’ preparate per Grimaldi: oggi infatti non si sa quali furono le arie realmente cantate alla ‘prima’ (come non si sa quale delle tre versioni dell’ouverture venne eseguita). Il libretto è un adattamento dell’Alessandro Severodi Zeno, con una particolare importanza alla figura di Salustia. L’opera (che non dovette andare in scena prima della seconda metà del gennaio 1732 e che ebbe, pare, poche repliche) era corredata di un intermezzo in due parti, di cui la prima forse musicata dallo stesso Pergolesi.

Atto primo. Giulia Mammea, imperatrice madre di Alessandro Severo, non gradisce la nuora Salustia e le muove oscure accuse presso il figlio. Intanto Albina, nobile romana promessasi a Claudio, si dispera per l’indifferenza di lui, dedito solo alla gloria militare. Alessandro promette appoggio a Salustia, che si confida anche col padre, il generale Marziano: questi minaccia vendetta su Giulia, contro il parere della figlia stessa.

Atto secondo. Marziano e Claudio tramano in segreto contro Giulia (ma Albina sente tutto: tenta inutilmente di ricattare Claudio e poi rivela l’intrigo a Salustia). In seguito, nel corso di un banchetto, Salustia salva Giulia, ma non vuole rivelare i nomi dei cospiratori: è arrestata e condannata a morte.

Atto terzo. Albina confessa a Claudio di aver agito per amore, e i due si riconciliano. Marziano giunge per uccidere Giulia, ma Salustia la salva ancora una volta: il generale è arrestato e la figlia chiede pietà, ma Giulia è irremovibile e Alessandro resta incerto. Nell’ultima scena, nell’arena con le belve, Salustia ottiene che il padre debba battersi con una sola fiera: Marziano uccide un leopardo e ha salva la vita. Giulia è placata e rende Salustia al suo sposo.

Esordiente promettente (e probabilmente economico per gli impresari) e desideroso di mettersi in luce, Pergolesi nellaSalustiafa sfoggio di grande cura nelle numerose arie di coloratura e di varietà di scelte compositive, presentando diverse soluzioni formali (arie colda capooppuredal segno, drammatizzazioni interne delle arie, oltre a qualche momento di recitativo accompagnato) e di scrittura (con tessuti orchestrali a volte in stile quasi severo). Due cori e un articolato quartetto (verso la fine del secondo atto) completano la struttura. Emerge comunque l’attenzione per piccoli dettagli espressivi, che interrompono la continuità musicale con sospensioni, contrasti e riferimenti affettivi, così da attenuare la rigidità della tradizionale ambientazione ‘seria’ (non mancano comunque le consuete descrizioni naturalistiche di usignoli, tempeste e turbini che, insieme a quella dell’uccisione della belva, danno all’opera un tono di spettacolarità antica).
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi


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