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Castor et Pollux
Tragédie en musique in un prologo e cinque atti di Pierre-Joseph Bernard
Musica di Jean-Philippe Rameau 1683-1764
Prima rappresentazione: Parigi, Opéra, 24 ottobre 1737

Personaggi
Vocalità
Castor
Tenore (haute-contre)
Cléon
Soprano
I atleta
Tenore (haute-contre)
II atleta
Basso
il sommo sacerdote di Jupiter
Tenore
Jupiter
Basso
l’Amour
Mars
Basso
Mercure
Tenore (haute-contre)
Minèrve
Soprano
Phébé
Soprano
Pollux
Basso
TĂ©laĂŻre
Soprano
un pianeta
Soprano
una seguace di Hébé
Soprano
uno spirito beato
Soprano
VĂ©nus
Soprano
Note
Se si esclude la perdutaSamson(1733) su libretto di Voltaire, quest’opera è la terza esperienza dell’autore in campo teatrale, dopo i successi diHyppolite et Ariciee delleIndes galantes. La partitura di Rameau descrive la notevole varietà di sentimenti offerta dal dramma. Tutto il campionario della poetica degli affetti trova spazio nell’opera: l’amore, la gelosia, la consueta lotta tra dovere e passione e, al di sopra di tutto, la dedizione sino al sacrificio supremo dei due fratelli.

Prologo. Vénus, pregata da Minèrve e con l’aiuto di Amour, induce Mars a restaurare nel mondo la pace.

Atto primo. Presso il sepolcro reale di Sparta si piange l’uccisione di Castor, fratello mortale dell’immortale Pollux. Questi arriva attorniato da atleti e soldati portando il cadavere dell’assassino del fratello. A Télaïre, sconvolta per la morte dell’amato Castor, offre il suo amore, ma la ragazza gli chiede di convincere Jupiter a riportare in vita il defunto.

Atto secondo. Nel tempio di Jupiter. Pollux, infelice per il suo amore non corrisposto, che lo rende ancora più disgraziato del fratello morto, porta al dio la supplica di Télaïre. Benché restio, Jupiter accondiscende, a patto però che Pollux sostituisca Castor nella tomba. Hébé è incaricata di mostrargli i piaceri cui dovrà rinunciare se accetterà questa condizione, ma Pollux, irremovibile, decide per il sacrificio della vita.

Atto terzo. Il fato di Pollux viene compianto dalla principessa Phébé che, innamorata di lui e disperata perché Télaïre le viene preferita, vorrebbe seguirlo nell’Ade. Proprio davanti all’ingresso della caverna infernale i personaggi manifestano la loro angoscia, finché, dopo un’inquietante apparizione di demoni, arriva Mercure a eseguire gli ordini di Jupiter.

Atto quarto. Nemmeno nei Campi Elisi Castor ha raggiunto la pace. Gli spiriti beati non riescono a restituirgli alcuna gioia, ma l’apparizione del fratello lo commuove profondamente. Benché turbato dalla notizia dell’amore di quest’ultimo per Télaïre, appreso il patto con Jupiter, Castor rifiuta di aderirvi. Andrà sì nel mondo terreno, ma solo per un giorno: dopodiché tornerà agli Elisi e Pollux verrà restituito alla vita.

Atto quinto. A Sparta. Télaïre tenta invano di convincere Castor a non riprendere la via dell’oltretomba. A quel punto Jupiter discende, dichiarando soddisfatti i decreti del destino e liberando i due fratelli dal patto terribile. Mentre i cieli si aprono appare il firmamento: Télaïre, Castor e Pollux da allora in avanti vi occuperanno un posto glorioso.

Castor et Polluxvenne sottoposta a una radicale revisione da parte del compositore nel 1754. Innanzitutto il prologo venne sostituito con un atto di nuova fattura, che spiegasse l’antefatto. In questa nuova versione Télaïre, benché innamorata di Castor, è in procinto di sposare Pollux. Quest’ultimo, saputo che il fratello intende partire in esilio, resta sconvolto dal dolore e lo invita a sposare la ragazza al suo posto. A questo punto giunge la notizia di un attacco al palazzo. I due fratelli partono per fronteggiare l’assalto, ma poco dopo una voce fuori scena comunicherà la morte di Castor. Per lasciare spazio a questa nuova materia drammatica, il terzo e quarto atto dell’opera originaria vennero accorpati, mentre il testo subì una complessiva contrazione grazie alla soppressione di buona parte del recitativo. Tra i nuovi numeri musicali, contraddistinti dal tratto stilistico dell’ultimo Rameau, sono senz’altro notevoli l’aria di Pollux “Présent des dieux” e l’arietta di Castor “Tendre Amour, qu’il est doux”, alla cui delicata dolcezza risponde l’entrata del coro nella sezione finale del pezzo. Alcune delle pagine più riuscite rimasero inalterate nella revisione: si vedano ad esempio l’aria di Castor “Séjour de l’éternelle paix” e quella di Télaïre “Tristes apprêts”. L’opera è stata ripresa nel Novecento a Montpellier, il 23 gennaio 1908, e alcuni giorni dopo a Parigi.
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi


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