In occasione delle nozze di Maffeo Barberini con Olimpia Giustiniani, nel 1653 era stato riaperto a Roma il Teatro Barberini, chiuso provvisoriamente otto anni prima. Iniziò così per quel teatro una stagione particolarmente ricca di nuovi allestimenti, che vide Marazzoli, compositore ufficiale della corte pontificia, tra gli esponenti più accreditati. Oltre alla commedia
Dal male il bene, composta in collaborazione con Abbatini (per il primo e terzo atto) per la stagione di carnevale del 1654, Marazzoli musicò nello stesso anno
L’armi e gli amorie, due anni dopo,
La vita umana o Il trionfo della pietà , scritta in occasione dei festeggiamenti per l’arrivo a Roma di Cristina di Svezia e rappresentata insieme alla ripresa delle due opere precedenti; nel 1656 il teatro chiuse definitivamente.
A Madrid. Don Diego, fratello di Donna Eleonora, ama Donna Elvira, mentre Donna Eleonora è innamorata di Don Fernando. Per una serie di equivoci, Donna Elvira si crede tradita e confida a Don Fernando il sospetto che Donna Eleonora e Don Diego si amino; al termine di un susseguirsi ininterrotto di colpi di scena, travestimenti, soprassalti di gelosia, liti e riappacificazioni in cui buon gioco hanno i due personaggi comici Tabacco e Marina, servi rispettivamente di Don Fernando e di Donna Eleonora, si chiariscono infine i malintesi, ed entrambi i matrimoni vengono celebrati.
Il libretto ha le caratteristiche di una vera e propria commedia: del tutto assenti sono gli elementi soprannaturali e le tematiche pastorali o mitologiche, poiché sulla scena si muovono esclusivamente personaggi realistici; inoltre la presenza di attori comici, sebbene da ormai una ventina d’anni non rappresentasse più una novità nel teatro musicale, è per la prima volta inerente allo svolgimento della trama. Rispetto a ?Chi soffre speri, l’opera segna dunque una tappa ulteriore nella definizione delle caratteristiche peculiari al genere comico: Marina e Tabacco, entrambi intriganti e faccendoni, sono i due personaggi meglio connotati dalla musica; in specie quest’ultimo, cui sono destinate le arie di maggior rilievo. È inoltre rimarchevole la presenza, al termine di ciascun atto, nei finali d’insieme o nel corso dell’azione drammatica, del cosiddetto recitativo ‘a tutti’ concertato.
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi