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Mother of Us All, The
Opera in due atti di Gertrude Stein
Musica di Virgil Thomson 1896-1989
Prima rappresentazione: New York, Brander Matthews Theatre, 7 maggio 1947

Personaggi
Vocalità
Andrew Johnson
Angel More
Baritono
Anna Hope
Anne
Contralto
Anthony Comstock
Chris
Contralto
Constance Fletcher
Mezzosoprano
Daniel Webster
Tenore
Donald Gallup
Gertrude Stein
Soprano
Gloster Hemmings/Negro Man
Henrietta M.
Henry B.
Herman Atlan
Indiana E.s Brother
Indiana Elliot
Soprano
Isabel Wentworth
Jenny Reefer
Mezzosoprano
Jo
Basso
John Adams
Tenore
Lilian Russell
Soprano
Negro Woman
Susan B. Anthony
Soprano
Thaddeus Stevens
Tenore
Ulysses S. Grant
Baritono
Virgil Thomson
Baritono
Note
Thomson si avvicinò agli scritti di Gertrude Stein durante i suoi studi di composizione all’università di Harvard; assieme alla scrittrice americana, che aveva conosciuto a Parigi, lavorò a due opere:Four Saints in Three Acts(1928) eThe Mother of Us All(la Stein morì poco dopo aver completato il libretto, il 27 luglio 1946). Questa seconda collaborazione iniziò nell’ottobre del 1945 e trasse spunto dall’attrazione di Thomson per lo stile dell’oratoria politica. La Stein accettò immediatamente di lavorare sulla vita politica americana dell’Ottocento, e scelse come personaggio principale Susan B. Anthony, leader del movimento per il riconoscimento del suffragio femminile. Ilcastcomprende numerosi altri personaggi storici americani – come John Adams, Daniel Webster, Ulysses S. Grant, Anthony Comstock, Andrew Johnson, Thaddeus Stevens, Lillian Russell, Donald Gallup – che compaiono nell’opera indipendentemente da qualsiasi coerenza cronologica o attendibilità storica (analogamente a quanto accade inFour Saints), insieme a figure reali e immaginarie dei nostri giorni. A questi si aggiungono – sempre come personaggi – gli stessi autori, indicati come Virgil T. e Gertrude S., i cui interventi in scena sono purononsense, con irresistibili esiti stranianti, che sottolineano ulteriormente il carattere surreale della rappresentazione, articolata non in eventi tra loro concatenati, ma intableaux vivants(che interpretano alla perfezione ciò che la Stein definiva «la cosa americana», ovvero il «concepire uno spazio pieno di movimento»). Nell’ultima scena tutti i personaggi si radunano attorno alla statua di Susan B. Anthony e delle sue compagne nella lotta per il diritto di voto alle donne. All’improvviso si sente la sua voce che cerca di spiegare il significato dell’opera (precedentemente ella aveva detto: «Io non sono perplessa, ma nondimeno è tutto molto confuso»), che così riassume, se pure in modo enigmatico: «La vita è tutta una lotta, io sono stata per tutta la vita una martire non tanto per ciò che ho conquistato, ma per quanto è stato fatto». L’opera evidenzia quelle stesse qualità di chiarezza e di perfetta resa musicale della lingua che avevano contraddistinto la precedente produzione di Thomson. I materiali musicali utilizzati sono estremamente variegati e provengono in gran parte dalla tradizione musicale americana, soprattutto popolare, che la scrittura evoca piuttosto che citare letteralmente: l’innodia religiosa,parlor songs, canti gospel nello stile delle bande di strada dell’Esercito della Salvezza, melodie folk modali, marce militari etc. Thomson riesce sempre a utilizzare ilclichécalcolato, la sua deliberata – e così ‘moderna’ – propensione al luogo comune, allo stereotipo, con freschezza stupefacente («jamais de banalité, le plus possible de lieux communs», nelle parole del compositore). Questo avviene in totale sintonia con il testo, cosparso distatementsdi disarmante quanto eccentrica ovvietà, come quando il generale Grant dichiara pomposamente e in perfetto spirito lapalissiano: «Per tutto il tempo in cui siedo rimango seduto», o Miss Anthony ci persuade che «una Causa è una Causa poiché (‘a Cause is a Cause because’)». Il riferimento esplicito, se pur disinvolto e sempre ironico, alla vita politica del paese (e soprattutto al ‘linguaggio‘ stesso della politica, alla sua retorica, alla sua vacuità compiaciuta) prelude a un lavoro di quasi quarant’anni successivo, comeNixon in Chinadi John Adams. Ilbackgrounddell’opera è rappresentato dall’«America ottocentesca, che è populista, idealista, protestante, socievole (nonostante la Guerra Civile), e ottimista», afferma il compositore; inoltre «gli americani diThe Mothersono controllati, in gruppo, non da ordini che vengono loro impartiti, ma dalla loro stessa spontaneità. La musica di questo lavoro rappresenta l’apoteosi della marcia militare». John Cage, autore assieme a Kathleen Hoover della prima monografia dedicata al compositore statunitense (Virgil Thomson: His Life and Music, New York-London, 1959), ha saputo cogliere lo spirito di quest’opera così profondamente e orgogliosamente ‘americana’: «The Mother of Us Allè tutto quello che un americano ricorda, se ricorda com’era una sera passata a casa assieme agli amici e ai parenti, suonando e cantando, se ricorda com’era sentire una banda che suonava nel parco, una banda dell’Esercito della Salvezza all’angolo della strada, una banda militare che viene avanti sulla strada principale, un organo che suona quando qualcuno si sposa oppure è morto».
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi

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