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Rodelinda
Dramma per musica in tre atti di Nicola Haym
Musica di Georg Friedrich Händel 1685-1759
Prima rappresentazione: Londra, King’s Theatre, 13 febbraio 1725

Personaggi
Vocalità
Bertarido
Contralto
Eduige
Contralto
Flavio
Mimo
Garibaldo
Basso
Grimoaldo
Tenore
Rodelinda
Soprano
Unulfo
Contralto
Note
Nella sesta stagione della Royal Academy of Music, inaugurata conTamerlano, Händel presentò un’altra sua nuova composizione,Rodelinda; i cantanti erano gli stessi della prima opera, tutti di altissimo livello: Francesca Cuzzoni nel ruolo della protagonista, i castrati Senesino e Andrea Pacini (Bertarido e Unulfo), il tenore Francesco Borosini (Grimoaldo), Anna Vincenza Dotti (Eduige) e Giuseppe Boschi (Garibaldo). Il libretto era stato scritto da Nicola Haym, in quegli anni collaboratore abituale di Händel, sulla base del libretto di Antonio Salvi musicato da Giacomo Antonio Perti (Pratolino 1710) e ispirato a sua volta alla tragediaPertharite, roi des Lombardsdi Corneille.

La vicenda risale a un episodio narrato nellaHistoria Langobardorumdi Paolo Diacono e si svolge nel VII secolo a Milano: il trono longobardo è stato usurpato dal duca di Benevento Grimoaldo, e l’erede legittimo Bertarido è fuggito abbandonando la moglie Rodelinda e il figlio Flavio. Grimoaldo, promesso alla sorella di Bertarido, Eduige, vuole sposare Rodelinda per rafforzare il proprio potere, ma la regina rifiuta le sue attenzioni e piange il marito creduto morto. Garibaldo, duca di Torino, spinge Grimoaldo a spezzare il fidanzamento con Eduige e inizia lui stesso a corteggiare la donna, che come sorella del re può aspirare alla corona. Bertarido ritorna a Milano sotto mentite spoglie: egli è commosso per il dolore della moglie sulla propria tomba, ma l’amico Unulfo gli consiglia di restare nascosto. Garibaldo minaccia Rodelinda di uccidere suo figlio se lei non sposerà Grimoaldo; Rodelinda accetta le nozze, ma pone la condizione che il futuro sposo uccida Flavio, poiché lei non può essere nel contempo moglie dell’usurpatore e madre del legittimo erede al trono. Grimoaldo esita, sconvolto da questa richiesta. Eduige incontra Bertarido e lo riconosce; sopraggiunge Unulfo che rassicura l’amico sulla fedeltà della moglie. Quando Bertarido e Rodelinda si incontrano vengono sorpresi da Grimoaldo, che non riconosce il re e accusa Rodelinda di infedeltà. I due presunti amanti vengono condannati a morte e incarcerati. Con l’aiuto di Eduige e Unulfo Bertarido fugge dalla prigione, ma alcune tracce di sangue fanno supporre a Rodelinda che il marito sia stato giustiziato. Bertarido, invece, è al sicuro e salva la vita di Grimoaldo addormentato quando Garibaldo cerca di ucciderlo. Grimoaldo ammette le proprie colpe e accetta di sposare Eduige, mentre Rodelinda e il suo sposo possono riunirsi felicemente.

Rodelinda emerge su tutti gli altri personaggi e risulta una delle figure più riuscite delle opere di Händel; nella varietà delle nove arie a lei affidate emergono i suoi diversi sentimenti: assoluta fedeltà allo sposo, fermo rifiuto opposto alla corte di Grimoaldo, odio nei confronti dell’usurpatore e del suo perfido consigliere. Memorabili sono due arie in cui esprime il dolore per la perdita del marito, “Ho perduto il caro sposo” e “Ombre, piante, urne funeste”; quest’ultima si ricollega alla tipologia del lamento per l’impiego del flauto traverso. Altrettanto celebre è la prima aria di Bertarido, “Dove sei? amato bene” (I,6). L’azione risulta coerente e motivata e anche il lieto fine appare ben preparato: la conversione finale di Grimoaldo è plausibile, anche perché le sue cattive azioni sono sempre guidate dal malvagio Garibaldo. Haym apportò come di consueto molti tagli al libretto originale, specie nei recitativi che erano di difficile comprensione per il pubblico londinese, concentrando quindi l’interesse sulle arie e sulla rappresentazione degli affetti.

L’opera riscosse un grande successo e fu replicata tredici volte; Horace Walpole narra che la ‘prima donna’ Francesca Cuzzoni riuscì a sorprendere il pubblico non solo con le sue straordinarie doti vocali, ma anche con l’abito «sconveniente e disdicevole» di seta bruna con ricami d’argento, che suscitò lo sdegno delle dame più mature ma divenne subito di gran moda tra quelle più giovani. Nella stagione successiva (dicembre 1725)Rodelindavenne ripresentata con l’aggiunta di nuove arie e rielaborazioni che tenevano conto delle esigenze dei cantanti. Un’ultima ripresa ebbe luogo nel 1731, con l’inserimento di brani celebri tratti daTolomeoeLotariosecondo una prassi allora consueta. Nel 1734 Christian Gottlieb Wendt presentò l’opera ad Amburgo con i recitativi tradotti in tedesco e le arie in italiano. Nel nostro secoloRodelindasegnò la rinascita dell’interesse per le opere di Händel: nel 1920 fu la prima opera del compositore presentata a Göttingen a cura di Oskar Hagen, l’iniziatore della Händel-Renaissance. Egli realizzò una vera e propria rielaborazione, con il libretto tradotto in tedesco, tagli e spostamenti di arie e recitativi, nuova orchestrazione e attribuzione dei personaggi maschili a voci di tenori e bassi. Tra gli allestimenti successivi si possono ricordare quello alla Sadler’ Wells Opera di Londra, con Joan Sutherland nella parte di Rodelinda (1959), e quello curato da Michael Schneider ai Göttinger Händel-Festspiele (1990), con Barbara Schlick nel ruolo della protagonista.
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi


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