Appena giunto nella capitale inglese, con questâopera Händel colse la sua prima e notevole affermazione: il titolo sbaragliò, nellâarco di sette stagioni, tutte le altre opere in cartellone, sia per numero di repliche sia per numero di riprese dello spettacolo; il compositore mise nuovamente in scena il dramma nel 1731. GiĂ presso i primi biografi händeliani, del resto,
Rinaldovenne recepito come unâopera fondamentale per il successo personale dellâautore e per i destini dellâopera italiana a Londra. Lo spettacolo fu costosissimo e curato fin nei minimi dettagli: ci si procurò anche dei passeri vivi, destinati a entrare in scena alla fine del primo atto; particolare che suscitò lâironia dei commentatori, con inevitabile effetto pubblicitario, giĂ a pochi giorni dalla prima rappresentazione.
Atto primo. Nella Gerusalemme della prima crociata (1099), il generale cristiano Goffredo, certo di unâormai prossima vittoria, invita il prode Rinaldo alla conquista di Gerusalemme, promettendogli in premio la mano della figlia Almirena, di cui il cavaliere è innamorato corrisposto: la ragazza sostiene a sua volta lâeroica impresa. Giunge intanto il re pagano Argante, che offre a Goffredo una tregua di tre giorni, prontamente accettata dai cristiani. Rimasto solo, Argante riceve la visita della maga Armida, sua amante, che gli promette di rapire Rinaldo per permettere la vittoria sullâesercito nemico. Armida compare infatti nel giardino dove sâintrattengono Rinaldo e Almirena e, grazie alla sua magia, porta via con sĂŠ la ragazza. Furibondo, Rinaldo chiede aiuto a Goffredo, che gli suggerisce di rivolgersi a un mago cristiano, alimentando i propositi di vendetta del cavaliere.
Atto secondo. Rinaldo e Goffredo si trovano in riva al mare alla ricerca del mago. Qui vengono irretiti dal canto delle sirene, che convincono Rinaldo a seguirle: lâeroe sale su una nave magica, deciso a recuperare lâamata rapita. Intanto la ragazza viene insidiata da Argante nel palazzo incantato di Armida. Ella è riuscita a far prigioniero anche Rinaldo, di cui subito si innamora, senza naturalmente alcuna speranza di venir corrisposta, neppure con lâausilio della sua potente magia; si finge infatti Almirena, ma il cavaliere non cade nel tranello, mentre la maga, scoperta lâinfedeltĂ di Argante, giura vendetta.
Atto terzo. Goffredo ha raggiunto il mago cristiano, che gli offre un bastone incantato col quale potrĂ rompere lâincantesimo di Armida; costei è ormai decisa a uccidere Almirena, ma deve fare i conti con Rinaldo. Giunge intanto Goffredo, e la maga è costretta a riparare nellâaccampamento dei saraceni, dove si rappacifica col re Argante. Si prepara intanto la battaglia: Rinaldo scende in campo, e guida con il suo ardore i cristiani alla liberazione di Gerusalemme. Finalmente, a battaglia finita, potranno celebrarsi le sospirate nozze tra i due amanti.
Il drammaturgo e impresario Aaron Hill affidò la realizzazione pratica del suo scenario intitolatoRinaldoal poeta italiano Giacomo Rossi e a Händel, giunto da un paio di mesi in Inghilterra. A causa del poco tempo disponibile per lâallestimento dello spettacolo, i due professionisti si misero allâopera per confezionare testo e musica in soli quindici giorni, se si crede alla prefazione del libretto a stampa. Per quanto riguarda la partitura, Händel utilizzò in misura larghissima quanto aveva scritto nel suo ancora recente viaggio di formazione italiano (1707-â10), tanto piĂš che nessuno dei brani riutilizzati nelRinaldosarebbe risultato noto al pubblico inglese nella sua veste originaria. I prestiti avvennero, ad esempio, dalla serenataAci, Galatea e Polifemo, scritta a Napoli nel 1708 (lâaria di Argante âSibillar gli angui dâAlettoâ); dallâoratorioIl trionfo del tempo e del disingannodel 1707 (lâaria di Almirena âLascia châio piangaâ, seppure con modifiche e testo diverso, e il coro finale dellâopera âVinto è sol dalla virtĂšâ); dallâoperaAgrippina, rappresentata con successo a Venezia nel carnevale del 1710 (il duetto Armida-Rinaldo âBasta che solâ); da una cantata del 1707 (lo splendido duetto Almirena-Rinaldo âScherzano sul tuo voltoâ) e da unâaltra cantata del 1708 (il tempo lento dellâouverture). Oltre agli imprestiti integrali appena segnalati, numerosissimi sono gli spunti tematici che lâopera deriva da lavori precedenti e rielabora in senso nuovo, mentre Händel non si scompone nemmeno di fronte allâutilizzo di testi tratti da composizioni altrui. Nonostante questa sua natura di âpasticcioâ, ossia di opera formata da pezzi di origine disparata,Rinaldofu â ed è ancora â opera di straordinario successo, nato giĂ dallâidea di Hill come un meccanismo teatrale di sicura efficacia sulle scene inglesi, sia per lâabbondanza di trovate spettacolari (draghi, sirene e quantâaltro), sia per il moralistico incitamento a una virtĂš perseverante, che è in grado di sconfiggere ogni tentazione, per quanto temibile e insidiosa. Il poliedrico Hill, ben conscio della tradizione operistica barocca inglese, introdusse un personaggio nuovo rispetto alla vicenda tratta da Tasso (vicenda celeberrima nel Settecento, a teatro come in pittura): Almirena, figlia di Goffredo e fidanzata di Rinaldo, cui spettano i vertici della partitura, le arie âLascia châio piangaâ e âAugelletti che cantateâ. Rinaldo non si trova piĂš a dibattersi nel dilemma tra il fascino della maga seduttrice e il richiamo virtuoso del dovere militare: lâobiettivo dellâeroe qui è differente (la vittoria militare legata alla mano della promessa Almirena) e viene differito dallâintervento di Armida, finchĂŠ un agente esterno, Goffredo, forte dellâaiuto del mago buono, non libera Rinaldo dalla sua esperienza di vita irresponsabile e lo riconsegna alla lotta per la conquista di Gerusalemme. Rinaldo si presenta dunque in una versione molto meno eroica, mentre anche il coinvolgimento emotivo di Armida ha ben poco a che vedere con la passione distruttiva di unâAlcina (protagonista del futuro e omonimo capolavoro händeliano). La maga compare quasi esclusivamente per ostentare i suoi spettacolari poteri e, tra una trappola e lâaltra contro lâimprudente Rinaldo, trova lâoccasione per cantare arie energiche, quasi sempre di furore, come âFurie terribiliâ (segnata Furioso in partitura) e âMolto voglio, molto speroâ nel primo atto, la complessa âAh! crudelâ, cantata sotto le finte spoglie di Almirena e âVoâ far guerraâ nel secondo atto, e il duetto con Argante âAl trionfo del nostro furoreâ nel terzo. Anche il re saraceno condivide la caratterizzazione terribile della maga, come dimostra giĂ la sua aria del primo atto, âSibillar gli angui dâAlettoâ. Gli interventi di Almirena sono improntati ora allâincitamento dellâamante alla gloria e allâonore (aria âCombatti da forteâ, primo atto), ora al registro idilliaco che condivide con Rinaldo, nellocus amoenusdel giardino delle delizie che chiude il primo atto (aria, in Adagio, âAugelletti che cantateâ e duetto tripartito âScherzano sul tuo voltoâ), ora invece allâelegia intensa della disperazione (lâaria celeberrima âLascia châio piangaâ), per concludere col registro medio di unâaria spensieratamente gaia come âBel piacereâ, sua ultima fatica, nel terzo atto. Prevedibilmente improntate alla gloria guerriera o comunque alla metafora del combattimento (anche amoroso) sono le arie di Rinaldo, sempre in un tempo Allegro franco e deciso, da âOgni indugio dâun amanteâ e âVenti, turbini, prestateâ nel primo atto, ad âAbbruggio, avvampo, e fremoâ nel secondo, a âOr la tromba in suon festanteâ nellâultimo. Non mancano tuttavia le eccezioni di rilievo, come le complesse âCor ingrato, ti rammembriâ nel primo atto, il duetto con Armida âFermati!â e lâaria âCara sposa, amante caraâ nel secondo. Notevoli sono anche le pagine strumentali dellâopera, tra cui lâouverture, una sinfonia nel primo atto e diversi numeri nel terzo: due sinfonie (splendida la seconda), una marcia e la musica che accompagna la battaglia risolutiva. Tra gli strumenti lâoboe ha un particolare rilievo, sia nellâouverture sia nellâaria di Armida âMolto voglioâ.
In una ripresa dellâopera, il 6 aprile 1731 al londinese Lincolnâs Inn Fields, Händel inserĂŹ una nuova scena, in cui è Rinaldo a sconfiggere personalmente Armida. Lâaggiunta di carattere eroico era dovuta alla prestigiosa presenza del castrato Francesco Bernardi (detto âil Senesinoâ) nel ruolo del protagonista.
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi