Dopo il grande successo ottenuto nel 1946 con la tragedia in due atti
The Medium, Menotti si rivolse nuovamente al genere drammatico con
The Consul, cimentandosi per la prima volta nella realizzazione di unâopera di grandi dimensioni. Lâautore intese affidare la riuscita del lavoro alla struttura drammatica, ricercando un ritmo scenico di taglio cinematografico: non a caso proprio fra alcuni copioni preparati per la Metro Goldwyn Mayer â ma mai impiegati â si trova traccia della vicenda poi confluita nel
Consul. Tuttavia, se tale strategia, unita alla scelta di una tematica di scottante attualitĂ e allâabilitĂ di manipolare piĂš stili e linguaggi, ha favorito da un lato lâeccezionale gradimento dellâopera presso il pubblico americano (e non solo), ha però attirato dallâaltro severi giudizi. Parte della critica ha infatti ravvisato proprio nei colpi di scena, nella mancanza di un linguaggio unitario e nella funzione quasi di colonna sonora â âsubordinataâ â attribuita alla musica (quindi una rinuncia alla ricerca di una vera risoluzione dei problemi del teatro musicale) i limiti della produzione menottiana.
Lâargomento dellâopera fu suggerito da una breve notizia di cronaca apparsa sul âNew York Timesâ del 12 febbraio 1947, circa la vicenda di una emigrante polacca suicidatasi dopo aver inutilmente atteso il rilascio di un permesso di soggiorno negli Stati Uniti. Fra gli stimoli che concorsero alla stesura di un dramma politico può però essere annoverato anche il tragico destino subĂŹto in Austria e Germania da alcuni amici ebrei del compositore.
Atto primo.Scena prima. Ai nostri giorni, in un paese europeo. Casa di John Sorel, la mattina presto. Nel buio e desolato appartamento lâunica traccia di vita sembra il suono di un grammofono che sale dal caffè sottostante. Ma violente e concitate sonoritĂ orchestrali lacerano allâimprovviso quella pace inquieta, quando compare John Sorel, ferito in seguito a uno scontro con la polizia segreta. Lâuomo appartiene a una rete clandestina di combattenti per la libertĂ , e viene nascosto appena in tempo dalla madre e dalla moglie ai poliziotti sopraggiunti per perquisire lâappartamento. Alla loro partenza John comunica alla famiglia la decisione disperata ma ormai ineluttabile di fuggire in un paese confinante. Magda e il figlioletto potranno raggiungerlo dopo aver ottenuto il visto necessario.Scena seconda. Il consolato, lo stesso giorno, piĂš tardi. Nel paese libero nel quale dovrebbe essersi rifugiato John, Magda si scontra ben presto con la lentezza burocratica. Parla con una gelida segretaria senza riuscire a ottenere udienza dal console. In quella sala dâaspetto ha invece modo di conoscere diversa gente in attesa dello stesso prezioso documento, fra cui lâillusionista Nika Magadoff.
Atto secondo.Scena prima. Casa di John Sorel, di sera, un mese dopo. Di nuovo il suono del grammofono, di nuovo quella pace inquieta. Magda non è riuscita nĂŠ a parlare con il console nĂŠ a ottenere il visto. Non sa dove sia il marito e nel frattempo il bambino si è ammalato. Dopo unâennesima visita dellâagente della polizia segreta, piĂš che mai intenzionato a conoscere i nomi dei compagni di John, un segnale convenuto precede la visita proprio di uno di loro, Assan. Questâultimo informa Magda che John non ha ancora oltrepassato il confine poichĂŠ desidera sapere con certezza se i suoi cari potranno raggiungerlo.Scena seconda. Il consolato, pochi giorni dopo. Il bambino è morto, la madre è morente. La gente che popola la sala dâattesa è distratta dallâillusionista. Dopo unâamara discussione con la segretaria, Magda riesce finalmente a strappare la promessa di un incontro con il console, non appena sarĂ partito il suo attuale importante ospite. Ă con agghiacciante stupore che la donna riconosce in quellâospite lâagente della polizia segreta.
Atto terzo.Scena prima. Il consolato, di tardo pomeriggio, parecchi giorni dopo. Anche la madre è morta. Nella sala dâaspetto lâattesa continua: fra i presenti, Vera Boronel riesce a ottenere il certificato. Aumentano invece i timori di Magda quando Assan la mette al corrente della decisione del marito di tornare. Ella gli affida un messaggio per farlo desistere da tale proposito. Ma John, giĂ tornato, viene arrestato. La segretaria gli promette che avviserĂ dellâaccaduto la moglie.Scena seconda.Casa di John Sorel, la stessa notte. Introdotta da una marcia funebre, questâultima scena è tutta incentrata sul suicidio di Magda. In unâultima visione allucinata, scorrono le immagini di tutti i protagonisti della vicenda. E il telefono squilla proprio mentre il gas ha ragione della vita di Magda.
The Consulpresenta, diversamente da precedenti opere di Menotti, unâampio impiego della dissonanza. Usata per connotare particolari situazioni (ad esempio lâintervento iniziale dellâorchestra o il lungo accordo che accompagna Magda quando gira la manopola del gas per suicidarsi), si affianca a passi tonali, spesso di sapore modale. Ai momenti piĂš efficaci appartengono il quintetto âIn endless waiting roomsâ e il lungo e intenso intervento di Magda âTo this weâve comeâ, dopo la discussione con la segretaria, entrambi nel secondo atto. Alla âprimaâ newyorkese, presso lâEthel Barrymore Theatre il 15 marzo 1950, seguirono ben 269 repliche. La critica americana riconobbe i meriti di Menotti con il conferimento dei prestigiosi premi Pulitzer per la musica e New York Criticsâ Award, per il miglior dramma musicale. Negli anni successivi il libretto fu tradotto in dodici lingue, lâopera allestita in oltre venti paesi. Per lâItalia va segnalato lâinserimento nel cartellone del Maggio musicale fiorentino del 1971 (traduzione italiana del libretto di Fedele DâAmico, regia del compositore), malgrado lâaccusa di antisovietismo mossa allâopera da Luigi Nono e le polemiche che ne seguirono.
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi