Il drammaturgo Georg Kaiser (1878-1945) era stato il librettista della prima opera di Kurt Weill (
Der Protagonist, Il protagonista, Dresda 1926) e dellâatto unico
Der Zar läĂt sich photographieren(Lo zar si fa fotografare, Lipsia 1927), prima di collaborare unâultima volta con il compositore in
Silbersee. Weill gli era particolarmente legato: aveva vissuto per un periodo presso Kaiser, conoscendovi sia Lotte Lenya, sua futura moglie, sia Iwan Goll e Bertolt Brecht, suoi futuri collaboratori, lâultimo dei quali sarĂ , come noto, determinante per la sua evoluzione operistica. Kaiser, fedele al suo credo espressionista, concepisce unâutopia sulla nuova umanitĂ ancora di lĂ da venire, che, alla pari della critica sociale e delle posizioni politiche di Brecht, trovava in Weill il compositore congeniale in grado di conferire loro una veste musicale oltremodo icastica.
Severin, povero e affamato, ruba un ananas, simbolo dellâirraggiungibile benessere, e viene ferito gravemente dal vigile Olim; questi, pentito, lascia la polizia, vince alla lotteria e va a vivere in un castello, dove accudisce Severin, ridotto su una sedia a rotelle, temendo peraltro la sua vendetta, poichĂŠ egli non conosce lâidentitĂ di chi lâha ferito. Quando però Olim perde tutto, i due, rappacificati, in unâapoteosi miracolosa si avvicinano al Silbersee, luogo in cui si può intravedere qualcosa di simile a una comune, in cui tutti gli uomini sono fratelli.
Composto durante lâautunno 1932 e rappresentato â con grande successo, poi contrastato dai nazisti â nellâinverno del â33,Der Silbersee, con il suo sottotitolo shakespeariano âEin Wintermärchenâ (Una fiaba invernale), non poteva non far pensare al poema satiricoDeutschland, ein Wintermärchendi Heinrich Heine (1844). Il titolo rimanda invece al popolare romanzowestern Der Schatz im Silberseedi Karl May, che fu una sorta di âSalgari tedescoâ: ma gli ammiccamenti di fronte ai drammi della crisi economica e dellâenorme disoccupazione, e al pericolo della dittatura, sono meno ironici e corrosivi di un tempo. LâincisivitĂ dei sedici numeri musicali è minore rispetto allaDreigroschenoper, pur mantenendone lo stile tipico e riconoscibilissimo deisongs(il âpezzo forteâ dovrebbe essere la ballata in cui si narra lâuccisione di Cesare, âRom hieĂ eine Stadtâ). FormalmenteDer Silberseeè un ibrido tra una commedia in prosa e unSingspiel, ma la difficoltĂ dei numeri di canto â importanti anche gli interventi del coro, spesso abbinati a imponenti ostinati dellâorchestra â è tale da far preferire cantanti professionisti che sappiano recitare ad attori in grado anche di cantare. Lâorchestra prevede non meno di trenta musicisti, peraltro ridotti a cinque da Boris Blacher in occasione di una ripresa berlinese (1955); anche lâadattamento della New York City Opera (1980) si è rivelato filologicamente alquanto opinabile, sicchĂŠ lâautenticoSilberseevenne recuperato solo dal Musiktheater im Revier di Gelsenkirchen (1988); la produzione discografica dellâanno seguente, nella versione di Josef Heinzelmann, è caratterizzata dalla presenza di un narratore, che riduce il numero dei dialoghi solo parlati.
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi