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Giocatore, Il
[Igrok] Opera in quattro atti e sei quadri proprio, dal romanzo omonimo di Fëdor Dostoevskij
Musica di Sergej Prokof’ev 1891-1953
Prima rappresentazione: Bruxelles, Théâtre Royale de la Monnaie, 29 aprile 1929

Personaggi
Vocalità
Aleksej
Tenore
Blanche
Contralto
due croupier
Tenore
giocatore (2)
Basso
giocatore (2)
Baritono
giocatore (2)
Tenore
il barone Wurmerhelm
Basso
il direttore
Basso
il generale in pensione
Basso
il marchese
Tenore
il principe Nil’skij
Tenore
la nonnetta
Mezzosoprano
l’inglese alto
Basso
l’inglese grasso
Basso
Mister Astley
Baritono
Polina
Soprano
Potapyc
Baritono
un giocatore accanito
Tenore
un giocatore gobbo
un giocatore morboso
Tenore
un giocatore sfortunato
Baritono
un vecchio giocatore
Basso
una signora insignificante
Mezzosoprano
una signora pallida
Soprano
una signora rispettabile
Mezzosoprano
una signora vistosa
Soprano
una vecchietta infida
Contralto
Note
Fin dagli anni di studio al conservatorio, Prokof’ev mostrò grande interesse per il romanzo dostoevskiano, dal ritmo asciutto, nervoso, incalzante. Cominciò la stesura nel 1915, e nell’aprile del 1916 l’aveva conclusa: nell’estate completò l’orchestrazione. Come librettista, Prokof’ev seguì il testo dostoevskiano talora letteralmente, utilizzando interi dialoghi o singole battute. L’opera doveva andare in scena al teatro Mariinskij di Pietroburgo l’anno successivo, alla fine di febbraio: ma difficoltà di carattere tecnico e burocratico spinsero la direzione a rimandare la messinscena. Poi la rivoluzione d’Ottobre e la partenza per l’estero del compositore fecero completamente cancellare dal programma del teatroIl giocatore, che, fra l’altro, non era piaciuto alla direzione e neppure ai cantanti chiamati a interpretarlo. Nel 1927 Prokof’ev tornò in patria per una serie di concerti e riparlò con la direzione del teatro e con il regista Mejerchol’d di una possibile messinscena. Ma i tempi erano cambiati: l’atteggiamento antimodernistico della cultura musicale sovietica di quegli anni spinse Prokof’ev ad accettare l’offerta di messinscena del Théâtre Royale de la Monnaie di Bruxelles.

Atto primo. Il giovane precettore Aleksej, incaricato di giocare una certa somma dall’amata Polina, figliastra del generale, presso il quale egli presta servizio, le confessa di aver perso tutto. Nel frattempo giunge il generale, accompagnato da Mademoiselle Blanche, dal marchese e da Mister Astley: sono tutti in attesa di un telegramma da Mosca che finalmente annunci la morte dell’anziana e facoltosa nonna del generale, da tempo ammalata. Il generale infatti è fortemente indebitato con il marchese e vorrebbe sposare Blanche, di cui è innamorato. Aleksej, rimasto solo con Polina, le dichiara il proprio amore appassionato, ma la donna, indifferente, per capriccio gli impone di deridere pubblicamente la moglie del barone Wurmerhelm. Aleksej obbedisce e in modo grossolano apostrofa la baronessa, suscitando l’ira del barone.

Atto secondo. Indignato per la bravata di Aleksej, il generale decide di licenziarlo ma alla decisa reazione del giovane, che minaccia un pubblico scandalo, assume un tono di inspiegabile moderazione. In seguito Aleksej apprende da Mister Astley che il generale non desidera in alcun modo irritare il barone in prossimità delle sue nozze con Blanche, accusata proprio dalla baronessa di aver corteggiato il marito. Soltanto un biglietto di Polina, consegnato dal marchese ad Aleksej (che lo sospetta amante di Polina), ha il potere di dissuadere il giovane dai suoi propositi. Del tutto inattesa, con un seguito di valige e servitori, compare la nonnetta, più energica che mai anche se portata a braccia su una poltrona: si rende subito conto dello scompiglio provocato dalla sua comparsa, disereda il generale e con l’aiuto di Aleksej si appresta a recarsi alla sala da gioco.

Atto terzo. In una piccola sala adiacente alla roulette il generale si aggira sconvolto: la nonna sta perdendo una fortuna. Con l’aiuto di Blanche cerca di ottenere invano l’aiuto di Aleksej, unica persona in grado di distogliere la nonna dal tavolo da gioco. Ma Aleksej rifiuta. La nonna, dopo aver perduto una somma enorme, riparte per Mosca e invita senza successo Polina a seguirla. Blanche, vista la sfortuna dl generale, decide di abbandonarlo e si allontana con il principe Nil’skij.

Atto quarto.Scena prima. Polina compare nella camera di Aleksej e gli rivela di essere stata volgarmente abbandonata dal marchese, che si sta recando a Mosca a riscuotere i suoi crediti con il generale e le ha lasciato una somma di denaro per ripagarla dei favori ricevuti. Aleksej, indignato, giura a Polina di vendicare l’affronto.Scena seconda. In preda a un febbrile agitazione, Aleksej gioca e vince senza sosta, fino a sbancare il casinò. Un gruppo di accaniti giocatori assiste incredulo alla scena.Scena terza. Aleksej, esausto e pino di soldi, torna in camera e offre a Polina la vincita. Ma la giovane rifuita con violenza il denaro e si allontana.

Incentrato sull’esplosione di energie vitali istintive e negative che travolgono ogni ragionevolezza, incentrato sul gioco d’azzardo che è autodistruzione,Il giocatoreha un solo grande protagonista: la roulette, che gira con un vitalismo metallico, incessante come incessante è il movimento della ruota. Culmine drammatico dell’opera è proprio il quarto atto: «Non c’è coro – scrive Prokof’ev – il coro è rigido, poco scenico; tuttavia c’è una gran quantità di personaggi – giocatori,croupiers, osservatori – e ognuno ha uno specifico carattere. Tutto ciò, unito a una estrema velocità e complessità dell’azione, rischia di creare un effetto di confusione: si chiede perciò una grande abilità da parte del regista. Sono sicuro che la scena della sala da gioco è totalmente nuovo nella letteratura operistica, sia nell’idea sia nella struttura. E credo di esser riuscito a realizzare quello che volevo». Nella scena della sala da gioco, mentre la musica mima i vortici della pallina nel piatto (una pagina di straordinaria veemenza ritmica e vocale), i personaggi intorno sono un campionario di macchiette, straniati e rigidi come burattini. D’altra parte tutta l’opera è intrisa di satira amara sul mondo dei giocatori, un mondo dove tutto è falso, convenzionale, esagitato, inautentico. Solo il personaggio della nonna si stacca da questo mondo di fantocci: e la musica che la accompagna ha un sussulto di vitalità autentica, di imperiosa, categorica sincerità. Poi, quando la devastante passione divora anche lei, la sua musica si fa inquietante, più pacata, più sorda: un personaggio potente, che si staglia sulla fauna grottesca dei giocatori e sulla combriccola artefatta del generale, con un’autorità indiscutibile.
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi


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