Già nel 1867, trent’anni prima della
premièredell’opera, Rimskij-Korsakov aveva composto il poema sinfonico
Sadko, avvicinandosi allo spirito leggendario dell’antica
chanson de gesterussa, la
bïlina. Nel 1895 iniziò la stesura dell’opera, su suggerimento del critico musicale Nikolaij Findeijzen, che ne aveva ideato la sceneggiatura. Rimskij trasse diversi spunti musicali dal poema sinfonico, fra cui le frasi iniziali, che confluirono nell’introduzione orchestrale dell’opera – dal ritmo veloce e vorticoso, soprattutto laddove descrive i flutti impetuosi e la discesa verso gli abissi marini – e vennero poi riprese nella quinta scena (che illustra appunto la discesa di Sadko in fondo al mare) e in quella conclusiva. La descrizione è resa musicalmente attraverso l’impiego di particolari scale ‘artificiali’, costruite da Rimskij-Korsakov con una successione discendente di toni interi, talvolta intercalati da intervalli di semitono, già utilizzate in altre sue opere, ma qui all’apice dell’espressione. Molti passi dei recitativi di
Sadkosono parafrasi delle canzoni
Vrazh’ija siladi Alexander Serov, così come dall’opera
Rogneda, di Serov è tratta la melodia della canzone del vichingo, mentre la canzone indiana proviene dall’opera
Ijudif’, sempre dello stesso autore.
Sadkoè stata definita anche ‘leggenda lirica’, proprio perché vuole accostarsi alla
chanson de gesteanche nella forma, strutturata volutamente in più scene; una divisione in atti avrebbe consentito un maggior realismo drammatico ma – come commenta lo stesso Rimskij nella prefazione all’opera – era più importante, in questo caso, mantenere, per quanto possibile, una stretta aderenza filologica. Così, il ‘tono di lezione’ tenuto da Sadko e le melodie affidate al suo personaggio sono propriamente nello stile dell’antica
bïlina. Per recuperare la giusta cadenza, Rimskij-Korsakov si servì degli studi compiuti dall’etnografo Pavel Rïbnikov su Leontij Bogdanov, un anziano contadino di Seredka (Carelia), che dai suoi avi aveva preso e perpetuato la tradizione orale della
bïlinadi Sadko. In realtà , dalla prefazione di Rimskij sappiamo che le fonti erano numerose: oltre a
Sadko, il ricco mercante(quella recuperata da Rïbnikov) abbiamo altre
bïlinesimili sulla vita di Sadko, raccolte da altri studiosi (Rimskij-Korsakov cita il nome di Kircha Danilov), e ancora
Il re del mare e Vassilissa la saggia(dalla raccolta di racconti popolari russi collezionata da Afanassiev), e
Il libro sibillino, La leggenda del mercante Terenti, e altre ancora. Nella prefazione all’opera, inoltre, Rimskij giustificò l’anacronismo della presenza di mercanti vichinghi, indiani e veneziani a Novgorod in epoca medioevale elevando l’anacronismo a carattere peculiare di cui abbondano le stesse antiche
bïline. La figura di Sadko è invece storica, e divenne presto leggendaria, in seguito alle sue fortunate imprese.
Sadko è un menestrello insoddisfatto del proprio stato economico, che sogna di possedere tanto oro da poter far parte dei grandi armatori di Novgorod. Passeggiando lungo le rive del lago Ilmen, un giorno si trova improvvisamente di fronte a un evento soprannaturale: vede le figlie del re del mare emergere dalle acque, e fra loro Volkhova, la principessa del mare, che gli dice di essere destinata a sposare un mortale. Sadko si innamora di lei, dimenticando di essere già sposato, e Volkhova gli regala un pesce dorato che gli porterà sempre fortuna, ma poi viene richiamata dal padre nel suo regno marino. Sadko decide di abbandonare la moglie per stabilirsi sulle rive del lago, dove ha inizio la serie delle sue fortunate imprese, descritte nellebïlinedell’XI e del XII secolo e, all’epoca della vicenda, dal menestrello Nezhata, collega-rivale di Sadko. Dapprima egli vince – aiutato da Volkhova – una scommessa coi ricchi mercanti di Novgorod, i quali sono costretti a cedergli tutti i loro beni, dopodiché egli parte per mari lontani. Passati dodici anni, Sadko scende negli abissi marini per pagare il tributo di ringraziamento al re del mare, il quale gli offre la mano della figlia prediletta, Volkhova. Dopo una grandiosa cerimonia nuziale, gli sposi partono per tornare sulla terraferma. Arrivano di notte e, alle prime luci dell’alba, Volkhova si trasforma in un fiume. Lijubava, la prima moglie di Sadko, lo raggiunge e i due si riconciliano, mentre l’opera termina con i festeggiamenti della popolazione per lo sbocco al mare che Volkhova ha regalato alla città di Novgorod.
Sadkovenne rifiutata dal Teatro Mariinskij di Pietroburgo per ordine dello zar Nicola II (il quale riteneva probabilmente più rappresentative le opere di altri autori russi più vicini all’Impero come Cajkovskij, ad esempio) come «troppo poco allegra»; da allora, Rimskij-Korsakov rappresentò le proprie opere al teatro dell’Opera russa, il Solodovnikov di Mosca, un grande teatro privato gestito da Savva Mamontov, che finanziò questo e altri capolavori rimskijani qualiLa favola dello zar SaltaneIl gallo d’oro.
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi