In Ucraina meridionale, nel 1918. L’eroe positivo Semën, un onesto contadino, è tornato al suo villaggio e vuole sposare l’amata Sofja. Ma il malvagio padre di lei, Tkatcenko, è un infido traditore che, dopo avergli promesso in sposa la figlia, vuole ora darla in moglie all’ex possidente Klemboski. L’intreccio si infittisce per la presenza dei soldati tedeschi, che giungono a requisire cibo al villaggio. Remenjuk riesce a distrarre i tedeschi, a nascondere le loro armi e a fuggire con i propri uomini. Tkatcenko, tuttavia, denuncia ai tedeschi Ivassensko e Zarjev, che vengono impiccati. Tra i denunziati di Tkatcenko vi è anche Semën, che però riesce a fuggire; i tedeschi allora gli incendiano l’izba. Remenjuk riceve l’ordine di attaccare la postazione tedesca al villaggio, nel quale si sta preparando il matrimonio. Semën giunge alla chiesa, chiama a sé Sofja e getta una bomba a mano sulla folla; catturato dai tedeschi, viene quindi salvato da un gruppo di partigiani. In seguito, Taktcenko viene a sua volta catturato e giustiziato per ordine di Semën. Il lieto fine non si avvera: il nemico non è ancora sconfitto, e Semën si accomiata dalla promessa sposa e ritorna nell’esercito.
Rispetto ai principi estetici fissati nel 1934, in seguito al dibattito sorto intorno all’opera di Sostakovic,Una Lady Macbeth del distretto di Mcensk, Prokof’ev si distacca dall’ideale dell’opera a numeri chiusi e statici, facendo riferimento a tecniche drammaturgiche proprie del film e del teatro parlato, per mettere in musica un libretto in cui l’azione, e una complessa trama politica, militare e sentimentale, rendono impensabile una sequenza di arie. La prosa parlata domina, e un rapido susseguirsi di brevi episodi drammatici rende possibile la rappresentazione musicale della concitata azione del libretto. La netta opposizione fra bene e male, tra il mondo dell’amore, del popolo e dei partigiani da un lato e quello dei nemici e dei traditori dall’altro, trova espressione nel contrasto tra momenti dominati dall’impiego di un linguaggio musicale tradizionale e altri caratterizzati da armonie fortemente dissonanti. Il tentativo di uniformarsi ai dettami dell’estetica ‘sovietica’ appare dunque limitato alla cura nell’evitare una eccessiva complessità , e a una maggiore cantabilità melodica nella caratterizzazione dei personaggi positivi.Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi