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Ascanio in Alba
Festa teatrale in due parti KV 111 di Giuseppe Parini
Musica di Wolfgang Amadeus Mozart 1756-1791
Prima rappresentazione: Milano, Teatro Regio Ducale, 17 ottobre 1771

Personaggi
Vocalità
Aceste
Tenore
Ascanio
Soprano
Fauno
Soprano
Silvia
Soprano
Venere
Soprano
Note
Sull’onda del recente successo (dicembre 1770) diMitridate re di Ponto, al figlio quindicenne di Leopold Mozart veniva offerta un’occasione da non rifiutare: la composizione di un’opera celebrativa, nel quadro dei festeggiamenti di un matrimonio imperiale. Gli sposi erano Maria Ricciarda Berenice d’Este, erede del Ducato di Modena, e l’arciduca Ferdinando, terzogenito di Maria Teresa e nuovo governatore della Lombardia austriaca. La festa teatrale affidata al giovane Wolfgang andò in scena due giorni dopo le nozze, ottenendo un successo straordinario: la coppia arciducale ne fu entusiasta, Mozart ricevette dalle mani di Maria Teresa un orologio d’oro ornato di diamanti, mentre Ferdinando propose alla madre, purtroppo invano, l’assunzione del giovane talento. Questi era riuscito anche nell’intento insperato di sbaragliare la temibile concorrenza: l’opera seria commissionata all’illustre coppia Hasse-Metastasio (Ruggiero, ovvero L’eroica gratitudine, ultima fatica teatrale per entrambi), battuta in modo «indescrivibile», come scrive con orgoglio papà Leopold alla moglie. Parini, all’epoca poeta del Regio Ducal Teatro, aveva confezionato una vicenda pastorale-allegorica allusiva a tutti i protagonisti delle «felicissime nozze»: sotto i panni di Venere si nascondeva Maria Teresa, sotto quelli di Ascanio Ferdinando, mentre Silvia – in quanto discendente di Ercole – rappresentava la casata d’Este. In uno scenario idillico-pastorale Venere promuove le nozze tra Ascanio e Silvia; quest’ultima però non deve conoscere l’identità del ragazzo, che gli appare in un sogno premonitore. Nella seconda parte, lungo un impervio percorso psicologico di paure e inquietudini, viene saggiata la virtù della giovane coppia: virtù che, contrapposta all’irrazionale inclinazione dell’eros, viene programmaticamente additata all’alma grandedei nobili sposi, attraverso un gioco di riferimenti impliciti tra la vicenda sul palcoscenico e gli augusti spettatori in sala. La fantasia del giovane compositore prende il volo proprio lungo questo percorso, nel superamento del segreto che impedisce ai ragazzi di seguire l’attrazione reciproca, descritto nella trepida palpitazione dei recitativi accompagnati e delle arie destinate ai due innamorati; tra queste, l’aria di Silvia “Infelici affetti miei” è una delle pagine più notevoli di questa fortunata prova giovanile di Mozart, arricchita anche da un apparato di cori festivi.
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi

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