La prima opera italiana di Mozart mette in musica il dramma giocoso omonimo scritto da Goldoni nel 1764, utilizzando come modello la commedia di Philippe Destouches
La fausse Agnès, ou le Poète campagnard(1734). Sul testo goldoniano intervenne Marco Coltellini, sostituendo due numeri nei primi due atti e rivoluzionando l’impianto del terzo.
Atto primo. La vita dei nobili Cassandro e Polidoro viene turbata dall’arrivo del capitan Fracasso e del suo attendente Simone. I due militari ungheresi si innamorano rispettivamente della bella sorella dei due nobili, Giacinta, e della cameriera Ninetta. A complicare la vicenda giunge inaspettata anche la sorella di Fracasso, l’astuta e intraprendente Rosina (la ‘finta semplice’). La ragazza cerca di far innamorare di sé entrambi i titolati: se Polidoro è cedevole, Cassandro, di cui è noto l’odio per le donne, resta irremovibile.
Atto secondo. Cassandro ha invitato tutti a cena. Polidoro cerca di convincere Rosina a sposarlo, mentre Cassandro richiede villanamente alla ragazza un anello che malvolentieri le aveva regalato. Interviene allora Fracasso, che lo sfida a duello. Dopo la farsa del duello, viene escogitato un nuovo stratagemma: Giacinta e Ninetta fuggiranno di casa e si farà credere a Cassandro e Polidoro che siano scappate con tutto il denaro. A quel punto i due nobili stabiliscono di dare Giacinta in sposa a chi recupererà denaro e cameriera.
Atto terzo. Finalmente anche Cassandro ha ceduto alle grazie di Rosina: la ragazza lo preferisce infatti a Polidoro, che monta su tutte le furie. Intanto Fracasso e Simone riportano le due donne e chiedono il premio pattuito. La ‘finta semplice’ ha trionfato e si può celebrare un triplo matrimonio. Solo il povero Polidoro resterà scapolo.
Il testo comprende in tutto cinque concertati (ben tre finali, l’introduzione e un duetto) e alcune delle situazioni più ricorrenti nell’opera buffa, tra le quali il duello farsesco del secondo atto. In generale tutto il tono dell’opera rientra nell’ambito comico, come prova una serie di arie caratterizzate da alcune raffinate soluzioni compositive. Ad esempio l’aria della protagonista, Rosina, “Senti l’eco ove t’aggiriâ€, in cui la melodia elegiaca dell’oboe obbligato viene accompagnata da corni inglesi e corni da caccia, a simboleggiare l’ambientazione arcadica della scena; oppure le pregevoli arie di Giacinta “Marito io vorrei†e “Sento l’alma che sen vaâ€, di Polidoro “Cosa ha mai la donna indosso†(la cui musica proviene dalSingspielsacro KV 35), o di Fracasso “In voi belle è leggiadriaâ€.
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi