Compiuti da poco undici anni, il figlio del vice Kapellmeister Leopold Mozart ultimò la sua prima commissione drammatica nel marzo 1767, in tempo utile per la rappresentazione, fissata per il 12 dello stesso mese nella Sala dei cavalieri della residenza dellâarcivescovo di Salisburgo. Si trattava di un lavoro in tre parti, da eseguirsi in tre distinte occasioni a distanza di una settimana lâuna dallâaltra, e commissionato a tre compositori diversi: al giovane Mozart toccò la prima sezione (mentre le altre due, ora perdute, furono opera rispettivamente di Michael Haydn e Anton Cajetan Adlgasser); il lavoro mozartiano, eccezionalmente, venne replicato al termine dellâesecuzione dellâintero
Singspiel(o
Schuloper), il 2 aprile.
A tema è lâinteriore contrasto della coscienza, combattuta tra le diverse scelte che è libera di compiere. Nella prima parte (quella di competenza di Mozart) lo Spirito cristiano, la Giustizia e la Misericordia divine gareggiano nel conquistare alla virtĂš il Cristiano, distratto dalle tentazioni dello Spirito mondano. Nelle due successive, attraverso un complesso travaglio interiore, il Cristiano rompe ogni indugio residuo e rivolge a Dio lâintelletto e la volontĂ .
La partitura si compone della sinfonia introduttiva, di sei ampie arie colda capo, di una settima di struttura binaria e di un terzetto finale. Il giovanissimo compositore, se da un lato mostra di tener presente il magistero del padre e dei suoi illustri colleghi (e coautori di questoSingspielspirituale), dallâaltro ostenta con entusiasmo il modello sinfonico di Johann Christian Bach, scoperto nel recente viaggio londinese. Il âBach di Londraâ (o âdi Milanoâ) è ben presente, quale pregevole acquisizione di uno stile allâavanguardia, nei tre importanti recitativi accompagnati, dalla raffinata, meticolosa scrittura orchestrale, tra i quali emerge quello in cui lo Spirito cristiano fa balenare â con paurosa forza espressiva nella tensione armonica â lâorrore di un ÂŤterribile ululatoÂť apocalittico, pronunziato da ÂŤmigliaia di boccheÂť. In un altro recitativo accompagnato (âWie, wer erwecket mich?â), come nellâaria del Cristiano âJener Donnerworte Kraftâ, risuona anche il timbro scuro del trombone.
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi