L’opera si propone come ideale denuncia dell’intolleranza religiosa e degli abusi di un potere degenerato, attraverso una partitura intessuta di elementi simbolici.
Atto primo. Dopo un preludio in cui appare il profeta Daniele, viene illustrato il clima di rovente polemica teologica che divide cattolici e protestanti a Münster. Il vescovo cattolico Waldeck abbandona la città mentre, tra inquietanti fenomeni meteorologici, fanno la loro comparsa il profeta degli anabattisti Jan Matthys, il suo giovane discepolo Jan van Leiden e Divara, moglie di quest’ultimo.
Atto secondo. La città , ormai governata dagli anabattisti, è assediata dai cattolici; Matthys è morto in una sortita e Jan van Leiden ne assume il posto di comando, instaurando la poligamia e nominando i dodici giudici delle tribù d’Israele. La giovane Hille, decisa a uccidere Waldeck come novella Giuditta, viene riportata cadavere in città , mentre i cattolici assaltano Münster.
Atto terzo. La parola del profeta Daniele risuona ancora minacciosa. Jan van Leiden, nominatosi re di Gerusalemme, per risollevare il morale dei suoi indìce un banchetto con le provviste superstiti; al fine di resistere meglio all’assedio, scaccia i vecchi e i bambini e uccide la giovane moglie Else, che intende impedirglielo. Proprio nel momento in cui gli anabattisti si lasciano andare alla sfrenatezza, lo Zoppo e un traditore fanno entrare i cattolici in città ; col sorgere del nuovo giorno, mentre le gabbie con i corpi torturati dei capi anabattisti vengono issate sul campanile della cattedrale, Divara viene decapitata.
Tra gli elementi simbolici della partitura, vanno ricordati in particolare i riferimenti al canto religioso delle tradizioni cattolica, luterana e calvinista; la storia dell’opera viene invece chiamata in causa con le citazioni del coraleAd nos, ad salutarem undam, dalProphètedi Meyerbeer (opera in cui viene intonato lo stesso soggetto diDivara), e della melodia del Commendatore, dall’ultima scena delDon Giovannidi Mozart. Centrale è la figura di Divara, l’unico personaggio che sia profondamente cosciente del destino che incombe sull’esperienza anabattista: una sorta di Cassandra che si esprime costantemente (a differenza degli altri protagonisti) attraverso il canto. Negli altri ruoli vocali si segnala la caratterizzazione ‘cabarettistica’ della voce dello Zoppo, che rappresenta in una luce sinistra la natura astuta e ingannatrice del traditore.
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi