Il ricco mercante e baro Icharëv ha fatto dell’inganno la sua filosofia di vita: giunto in una locanda, cerca compagni da gabbare al gioco delle carte, disposto a comprarsi, oltre alla fedeltà del proprio servo Gavrjuska, anche la complicità del cameriere Aleksej. Ma sono proprio gli altri ospiti dell’ostello, invece, a imbrogliarlo, spacciandosi per suoi amici e lusingandolo. Nella parte non musicata della commedia, Icharëv si ritroverà vittima delle sue stesse tresche. Infatti, credendo di collaborare con gli altri tre giocatori a scapito di un quarto personaggio (in realtà loro complice, insieme ad altri due ‘commedianti’ sempre della stessa combriccola) verrà derubato e beffato.
L’aderenza al testo di Gogol fa pensare al ‘realismo’ espressivo di Musorgskij proprio per la plasticità con la quale il disegno melodico di Sostakovic si modella sulle inflessioni e sui significati delle parole. Questo avviene nei recitativi (spesso articolati in chiave sinfonica), nelle arie, ma anche negli episodi dal carattere più astratto, come il trio tra Utescitelnij, Krughel e Icharëv “Then let’s all shake hands†(‘Allora, stringiamoci le mani’), dove la naturalezza espressiva è sfruttata per sviluppare procedimenti contrappuntistici e fugati. Il tono popolare dell’opera dipende anche dalla stilizzazione armonica e timbrica dei caratteri; nel monologo di Gavrjuska, ad esempio, Sostakovic utilizza, come già aveva fatto nelNaso, unabalalajkabasso, punteggiata dalla scala del bassotuba nel registro più grave. Ed è proprio l’orchestra a scolpire psicologicamente i personaggi e le situazioni: il lato grottesco e caustico è ‘colorato’ con estrema raffinatezza e intuizione teatrale. L’uso delle sole voci maschili e la particolare strumentazione creano un’atmosfera dalle tinte scure; il ritmo, le asprezze armoniche e l’icasticità delle figure melodiche tratteggiano un ambiente chiuso in se stesso, dove le pulsioni e le aspettative vengono viste attraverso la lente deformante di un’eccitazione febbrile e del suo disincantato risvolto grottesco.Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi