Scritta durante il lungo soggiorno alla corte di Caterina II, lâopera riscosse un successo straordinario, testimoniato dalla fama che la circondava ancora intatta alla morte del compositore (lâanno del
Barbiererossiniano, fortemente avversato proprio da chi lo considerava un attentato âsacrilegoâ alla memoria di Paisiello). La riduttiva trasposizione librettistica â probabilmente a opera di Giuseppe Petrosellini â della commedia di Beaumarchais, rappresentata con successo a Pietroburgo pochi anni prima, determinò il successo internazionale del soggetto: il secondo testo della trilogia francese attirò infatti lâattenzione di Mozart, che lo propose a Da Ponte per
Le nozze di Figaro(1786). Interpretata alla âprimaâ da un
castdi tutto rispetto (per la parte di Almaviva era stato chiamato direttamente da EsterhĂĄza Guglielmo Jermolli), rappresentata in tutta Europa, in scena a Vienna in due lingue e in cinque teatri diversi, parodiata e tradotta, ridotta in tre atti da Giambattista Lorenzi per Napoli nel 1787 (con nuovi pezzi scritti da Paisiello), lâopera portò alle stelle la giĂ consistente popolaritĂ del compositore.
Atto primo. In una strada di Siviglia, il conte dâAlmaviva attende impaziente di scorgere alla finestra Rosina, la ragazza di cui si è innamorato e che è gelosamente custodita (quasi imprigionata) nella casa del suo tutore Bartolo. Sopraggiunge, componendo una canzone alla chitarra, Figaro, vecchia conoscenza del conte, che prende a narrare al suo ex padrone i viaggi e le peripezie della propria vita di espedienti; quandâecco aprirsi la finestra di Bartolo e apparire la ragazza, felice per un attimo di poter respirare un poâ dâaria di libertĂ (âLode al ciel, che alfine aperseâ). Scoperta dal tutore, Rosina lascia cadere per strada la lettera che teneva in mano: prontamente raccolta dal conte con un balzo, il povero Bartolo si affanna a cercarla goffamente, prima di ordinare alla ragazza di rientrare in casa. A finestra chiusa il conte può leggere il messaggio di Rosina, che gli chiede di farsi riconoscere con una canzone, eludendo cosĂŹ la sorveglianza del tutore. Figaro intanto gli rivela che la ragazza non è la moglie, ma solo la pupilla di Bartolo, e imbastisce un piano dâazione: il conte potrĂ entrare in casa travestito da soldato e fingendosi ubriaco. Appreso da una battuta di Bartolo del suo progetto di sposare Rosina il giorno dopo, il conte decide di dichiararsi subito alla ragazza, pur sotto il finto nome di Lindoro, cantando una canzone alla chitarra (âSaper bramateâ). Si accorda quindi con Figaro: lo aiuterĂ , venendone ben ricompensato.
Atto secondo. Figaro fa visita a Rosina per rivelarle lâamore del suo âparenteâ Lindoro, per il quale la ragazza ha pronta una lettera. Al suo ritorno Bartolo cerca di carpire notizie sulla visita appena avvenuta, ma non riesce a cavar nulla dalla conversazione demenziale con i suoi due servi, che Figaro ha opportunamente neutralizzato usando sonnifero e polvere per starnutire (terzetto âMa dovâeri tu, storditoâ). A preoccupare ulteriormente Bartolo giunge lâamico Don Basilio, con la notizia che il conte, giĂ noto a Madrid per la sua passione per Rosina, è arrivato a Siviglia; lâunico modo per fermare i piani di un uomo cosĂŹ potente, suggerisce Don Basilio, è rovinarne la reputazione (âLa calunnia, mio signoreâ). Figaro torna da Rosina, per avvertirla dei progetti di Bartolo su di lei; questi intanto ha scoperto le prove inequivocabili della lettera scritta dalla ragazza e, furibondo, minaccia di non farla uscire piĂš di casa (âVeramente ho torto, è veroâ). Alla fine arriva il conte, travestito da soldato, annunciando a Bartolo lâordine di alloggiarlo a casa sua, nonostante le reiterate proteste del tutore. Nella confusione provocata da una finta battaglia âLindoroâ riesce a passare una lettera a Rosina; a nulla valgono i tentativi di Bartolo di conoscerne il contenuto: ingannato da uno scambio di biglietti, il tutore deve chiederle scusa, mentre la ragazza lamenta lâangoscia della sua prigionia (âGiusto ciel, che conosceteâ).
Atto terzo. Bartolo riceve unâaltra importuna visita dal conte, questa volta nei panni di un maestro di musica allievo di Don Basilio, momentaneamente ammalato (âOh che umor! OhimĂŠ che umore!â). Di fronte ai dubbi di Bartolo, lâimpostore lo distrae mostrandogli la lettera di Rosina per il conte: viene cosĂŹ accettato come maestro e può dar lezione di canto alla ragazza (âGiĂ riede primaveraâ). Quando, grazie allâarrivo di Figaro, i due amanti possono parlarsi finalmente in pace, giunge Don Basilio a rovinare tutto. Dopo molto discutere, e con una buona borsa di denaro, i tre complici riescono a sbarazzarsene, e Figaro pensa di distrarre Bartolo facendogli la barba: invano, visto che il medico riuscirĂ ugualmente a scoprire, dietro al finto maestro di musica, lâamante di Rosina (quintetto âDon Basilio!â).
Atto quarto. Al termine di un temporale, Bartolo rivela a Rosina di essere in possesso della sua lettera dâamore: è chiaro che il maestro di musica era un emissario del conte, alle cui voglie il suo amante Lindoro lâavrebbe ceduta. La ragazza, sconvolta da questa ricostruzione dei fatti, decide di sposare per disperazione Bartolo. Quando, rimasta sola, viene raggiunta da Figaro e dal conte, pronti a farla fuggire dalla finestra, li apostrofa duramente, ma scopre subito con gioia chi è veramente il suo amato (duetto âCara, sei tu il mio beneâ). La scala appoggiata alla finestra è stata però rubata e i nostri sono intrappolati in casa. Nessuna paura: allâarrivo del notaio e di Don Basilio, mandati da Bartolo per celebrare il suo matrimonio, unâaltra bustarella riuscirĂ a corrompere lâavido maestro di musica, perchĂŠ testimoni alle nozze tra il conte e Rosina. Messo davanti al fatto compiuto, Bartolo non potrĂ che sottoscrivere lâavvenuto matrimonio.
La partitura contiene una serie di brani di grande bellezza: tra le molte arie spiccano quelle di Rosina, al cui carattere sentimentale di fanciulla nobile e infelice fa eco costantemente il timbro caldo dei fiati, sia nella sua cavatina di presentazione (âLode al cielâ), in cui il flauto risponde al composto lamento nei toni dellâelegia, sia nella grandiosa âGiĂ riede primaveraâ, quando clarinetto e fagotto sono chiamati a esprimere ora lâidillio, ora lâafflizione. Caratteristiche sono anche le arie degli altri protagonisti, come la serenata con mandolino del conte (âSaper bramateâ), lâaria di Bartolo, con i suoi incisi melodico-ritmici buffi, o quella della calunnia, dallâefficace concitazione orchestrale che giĂ prefigura Rossini. Notevoli anche i brani dâinsieme, tra cui il frenetico duetto Bartolo-Rosina, che si snoda inaspettato dalla cavatina della ragazza, il quintetto âDon Basilio!â, in cui la grandiositĂ della forma non ha nulla da invidiare a Mozart, e il terzetto âMa dovâeri tu, storditoâ, che integra lo sbadiglio e lo starnuto nel tessuto musicale con effetti comici dirompenti, tanto che neppure Rossini tenterĂ di rivaleggiare con questo celebre pezzo.
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi