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Romanza
una favola romana - libretto di Egale Cerroni
Musica di Sergio Rendine 1954-
Prima rappresentazione: Roma, Teatro dell'Opera 21 novembre 2002

Personaggi
Vocalità
Aniel
Tenore
Donna Lina
Contralto
Jelel
Basso
Maria
Soprano
Marito di Donna Lina
Baritono
Nino il giornalaio
Tenore
Onorevole
Tenore
Percussionista solista
Primo venditore
Ragioniere
Baritono
Secondo venditore
Segretario dell'Onorevole
Basso
Terzo venditore
Trio vocale (jazz singers)
Ufficiale delle guardie
Baritono
Vecchio poeta errante
Tenore
Note
Gli angeli sono tra noi. Romanticamente. Sergio Rendine, insieme ad Egale Cerroni, autore del libretto, dedica la sua nuova opera lirica a questi misteriosi abitanti sospesi tra cielo e terra. Romanza. Una favola romana s'ispira a tre diverse fonti: il controverso inizio del VI capitolo di Genesi, l'Apocrifo di Enoc e il capolavoro di Wim Wenders, Il cielo sopra Berlino, che a suo tempo scatenò la moda per le invisibili creature. Nell'opera, invece, gli angeli sono visibilissimi. Molto vicini a noi. Molto simili a noi.
"L'angelo Aniel" racconta il compositore "ha un importante incarico da svolgere: siccome ogni uomo deve avere un angelo vicino quando sta per morire, il giorno dell'elezione di Giovanni Paolo I è mandato sulla terra, perché in Paradiso già si sa che regnerà soltanto trentatre giorni. Però Aniel, attendendo il giorno della sua missione, osserva gli uomini e conosce la cameriera di un'osteria, Maria, una donna di grande semplicità e purezza. Gradatamente si accorge di essere innamorato. Così, fa la grande scelta: rinuncia all'immortalità, si fa uomo e diventa un angelo caduto. Ma il nostro mondo si rivela sempre più truffaldino e diverso dall'ideale: Maria, per errore, cade vittima di un attentato e spira tra le braccia di Aniel il quale, a sua volta ferito, in piena solitudine, sta morendo. Una delle leggi prescrive che un angelo caduto in punto di morte non possa essere assistito da un altro angelo: per morire in pace, l'unica possibilità è riuscire a catturare l'amore di un uomo. Vedendo questa situazione, Jelel, l'antico assistente, per non lasciare il maestro nella disperazione, decide di rinunciare alla sua immortalità e si fa anche lui angelo caduto, compiendo così, con questo sacrificio, un supremo atto d'amore. Musicalmente ho cercato di trasmettere questo mondo di sensazioni miste. In una romanità che deve apparire opulenta e distaccata, si gioca un doppio significato: agli occhi degli angeli il nostro mondo appare angelico, mentre di fatto ogni atto di bontà, di partecipazione, di solidarietà nasconde un profondo egoismo, un'enorme freddezza verso i destini degli altri".

Fonte: Teatro dell'Opera di Roma

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