Gaetano Rossi aveva confezionato, sulla base del
Matrimonio per concorso(1763) di Goldoni, un libretto destinato al compositore Giuseppe Mosca,
Lâavviso al pubblico, andato in scena al Teatro alla Scala nel 1814. A questo testo si rifece Palomba quando fu incaricato di fornirne uno comico a Rossini. Questi, reduce dalla prima rappresentazione del
Barbiere di Sivigliaa Roma, stava concertando il
Tancrediper il San Carlo. NĂ© il libretto, che venne trovato inverosimile e spiacevolmente carico di trivialitĂ , nĂ© la partitura, scritta senza dubbio frettolosamente e ârubandoâ con pochi scrupoli da lavori precedenti, riuscirono troppo graditi al pubblico partenopeo.
Don Pomponio Storione Ăš giunto a Parigi, dove intende collocare la figlia Lisetta presso un buon partito del luogo. A questo scopo ha pubblicizzato le sue intenzioni sulla gazzetta della cittĂ . La locanda dove i due alloggiano diventa il centro dâuna serie di complicazioni: la ragazza sâinnamora del locandiere Filippo, ma viene corteggiata dal giovane benestante Alberto, in cerca di una compagna. Giungono intanto unâaltra coppia padre-figlia (Anselmo e Doralice), e altri bizzarri personaggi. Il primo atto finisce con Filippo, travestito da «quakero», che si offre come pretendente alla mano di Lisetta. Dopo ulteriori peripezie, lâintreccio si scioglie con le doppie nozze di Lisetta e Filippo e di Doralice e Alberto, nozze che i padri delle ragazze si vedono costretti ad accettare a malincuore.
La caratterizzazione comica delle situazioni Ăš resa con mano sicura da Rossini, capace sia di creare un ruolo buffo di notevole vigore caricaturale in Don Pomponio (che si esprime solo in napoletano), sia di disporre unâefficace costellazione di numeri musicali, spesso presi in prestito dallaPietra del paragoneo dalTurco in Italia. Da questâultima opera derivano ad esempio lo splendido duetto âPeâ daâ gusto a la signoraâ e il finale secondo âOh vedite châaccidente!â. Godibilissimi anche lâaria di sortita di Alberto âHo girato il mondo interoâ, il finale primo âBondĂŹ te paterâ, in una lingua mista quakero-napoletana, e il terzetto del duello âPrimmo fra voi collâarmiâ. La sinfonia, scrittaex novo, venne poi riutilizzata perLa cenerentola.
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi