Un altro caratteristico elemento ucraino è lâutilizzo della bandura, antico strumento a corde di origine orientale, che il personaggio di Levko suona in scena (mentre in realtĂ il timbro è ottenuto sovrapponendo i timbri di unâarpa e di un pianoforte in orchestra). Molte sono le occasioni in cui Levko la suona, e nellâazione stessa sono previste diverse esecuzioni musicali: giĂ ad apertura di sipario, infatti, Levko entra in scena intonando una canzone ucraina, accompagnandosi con la sua bandura (âA mĂŻ proso seijaliâ: âAh, il grano che vedemmoâ), rivolto alla finestra della casa di Hanna, la sua fidanzata. La situazione comica sta nel fatto che lâanziano sindaco del paese, padre di Levko, si è invaghito della stessa Hanna e azzarda dei ridicoli approcci amorosi, che vengono puntualmente respinti dalla fanciulla. Levko scopre le mire del padre e tenta di svergognarlo pubblicamente, intonando una canzone in cui racconta dei suoi folli vagheggiamenti senili. Raduna un gruppo di amici e, in incognito, canta con loro per le strade del paese inveendo contro il sindaco; arrivato sotto le finestre di casa sua, lancia un sasso allâinterno, rompendo un vetro. Il sindaco è allarmato; ascolta le parole della canzone incriminata e si mette allâinseguimento dei âribelliâ, coaduivato dallo sceriffo e dal distillatore â suo ospite â ma invano. Cala la notte, e Levko si rifugia su una solitaria banchina lungo le rive del lago, dove inizia a cantare accompagnandosi con lâinseparabile bandura. Il suo canto attira le rusalke (le ninfe dâacqua, spiriti delle fanciulle annegate nel lago); Pannocka, la giovane signora delle rusalke, gli si avvicina, raccontandogli la propria triste storia, che peraltro Levko giĂ conosceva, avendone sentito parlare in paese: il padre di Pannocka, vedovo, si era risposato con una strega che lo aveva ammaliato, portandolo addirittura a scacciare di casa la figlioletta che, per la disperazione, si era gettata nelle acque del lago, annegando; qualche tempo dopo, si era vendicata trascinando nel lago la sua matrigna, che era cosĂŹ diventata anchâella una ninfa dâacqua, mimetizzandosi con tutte le altre. Pannocka chiede a Levko di riconoscere, se può, la sua matrigna; Levko, grazie a uno stratagemma, la scopre e, per ricambiare il favore, Pannocka gli dĂ un messaggio da consegnare a suo padre come lasciapassare: è uno scritto del commissario locale che ordina al sindaco di celebrare immediatamente il matrimonio di suo figlio con Hanna. Lâopera termina con i festeggiamenti del paese per le nozze dei due giovani.
Nel libretto vi sono diverse situazioni buffe, quasi davaudeville, e ogni personaggio â il sindaco, sua cognata, il carbonaio, il distillatore â contribuisce allaviscomica dellâopera, benchĂŠNotte di maggiosia anche la notte delle inquiete rusalke, dipinta nel terzo atto in toni languidi, foschi e magici che raggiungono la stessa intensitĂ di altre pagine rimskijane, come quelle che descrivono lâemergere dalle acque della principessa-cigno nellaFavola dello zar Saltan. Dallâorchestrazione dellâintera opera affiora lo spirito di Glinka, preso non solo come modello musicale, ma soprattutto come esempio di libertĂ di scrittura musicale: nello scegliere lâimpiego di molti ottoni in orchestra, di accompagnare i personaggi con âtimbri conduttoriâ (il violino di Hanna, ad esempio, che diventa stridulo nel suo staccato quando Hanna è arrabbiata) o veri e propri Leitmotive (la cadenza sui gradi principali della scala, una breve fanfara di ottoni che annuncia le entrate in scena di Levko), oppure nel lasciar emergere lâoboe solo, che introduce e mette in evidenza lâambientazione rurale della vicenda, e ancora nellâimpiego di scale peculiarmente ârusseâ e rimskijane, variamente alternanti toni e semitoni (con la prevalenza degli intervalli di tono), per sottolineare lâapparizione soprannaturale delle rusalke.Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi