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Prozess, Der
Opera in due parti e nove quadri di Boris Blacher e Heinz Tilden von Cramer
Musica di Gottfried von Einem 1918-1996
Prima rappresentazione: Salisburgo, Festspielhaus, 17 agosto 1953

Personaggi
Vocalità
Albert K.
Basso
Franz
Basso
giovane
Baritono
giovane (2)
Tenore
I signore
Tenore
II signore
Tenore
III signore
Baritono
il bastonatore
Basso
il custode
Baritono
il direttore della cancelleria
Basso
il fabbricante
Baritono
il giudice istruttore
Baritono
il religioso
Baritono
il sostituto direttore
Tenore
Josef K.
Tenore
la signora Grubach
Mezzosoprano
la signorina Bürstner
Soprano
Leni
Soprano
lo studente
Tenore
l’addetto del tribunale
Basso
l’avvocato
Baritono
sua moglie
Soprano
Titorelli
Tenore
un passante
Baritono
un ragazzo
Tenore
un signore
Recitante
una ragazza gobba
Soprano
Willem
Baritono
Note
Programmata per la stagione salisburghese del 1950, la prima rappresentazione dell’opera slittò di tre anni: Einem volle ampliare l’azione, aggiungendo altri tre quadri ai sei inizialmente programmati, intitolandoli ‘Die Vorladung’ (Il mandato di comparizione), ‘Der Prügler’ (Il bastonatore) e ‘Der Fabrikant’ (Il fabbricante). Il canovaccio originario gli sembrava infatti insufficiente a restituire i complessi addentellati del romanzo, e un poco esiguo rispetto alle proporzioni consuete di un’opera destinata a coprire un’intera serata.

Atto primo. Josef K. viene arrestato: cerca disperatamente di capire, attraverso la signorina Bürstner, sua vicina di casa, che cosa stia realmente succedendo. Quindi il protagonista riceve, di notte e da un passante, l’invito a comparire in tribunale (‘Die Vorladung’); la prima parte dell’opera si conclude con l’interrogatorio, di fronte alla cui incomprensibilità K. tenta alcuni sotterfugi, che convincono ancor più i giudici della sua colpevolezza.

Atto secondo. K. assiste alla bastonatura inflitta alle due sentinelle che erano andate ad arrestarlo a casa sua; poi incontra il suo avvocato, che sembra informatissimo su quel processo che per l’interessato risulta un mistero. Dopo l’intermezzo in banca, in cui tutti parlano del processo in corso, si passa nell’atelierdel pittore Titorelli, che convince K. dell’impossibilità di ottenere un’assoluzione. L’ultimo quadro è ambientato nel duomo della città, da dove il protagonista viene prelevato per essere condotto al patibolo, mentre si confida con un sacerdote.

La sfingea lapidarietà del romanzo di Kafka rivive nella cruda giustapposizione dei quadri, ciascuno dei quali focalizza un diverso aspetto dell’enigma, facendo risaltare l’assurdità della vicenda. La commistione di sfondo realistico e analisi surreale, di quotidianità prosaica e imponderabile paradossalità detta al compositore una scrittura vocale prossima alloSprechgesang, con improvvise impennate e frequenti inserti recitati. Questo procedere per contrasti attinge anche a effetti brechtiani di straniamento, frammentando continuamente il clima creatosi con repentini sbalzi stilistici; la separazione fra mondo onirico e realtà concreta è simboleggiata anche dall’impiego esclusivo della tonalità di do maggiore per le scene ambientate nel tribunale. I personaggi sono particolarmente numerosi, ma Einem prescrive che molte parti vengano affidate a uno stesso cantante; così, ad esempio, le tre donne amate da K. sono interpretate dallo stesso soprano, unico destinatario di parti liriche in una partitura articolata con geometria convulsa, su una violenza ritmica di matrice stravinskiana. La durezza disadorna della vocalità, poco propensa al lirismo, ha contribuito a compromettere l’affermazione dell’opera sulle scene internazionali, lasciando il pubblico talora perplesso di fronte alle asprezze inconsuete ed esplicite della condotta melodica.
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi


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