Se dovessimo dar retta a Claude Debussy, nellâ
Henry VIIIci troveremmo di fronte a un protagonista che canta «cavatine troppo zuccherate», dimostrando che «la tigre piĂč assetata di sangue puĂČ lanciare miagolii capaci di intenerire un bambino»; Saint-SaĂ«ns, poi, scriverebbe «con lâanima di un vecchio sinfonista impenitente» opere alla Meyerbeer, ma senza la sua «magniloquenza nel cattivo gusto». In realtĂ
Henry VIIInon Ăš un
grand-opéraben educato e fuori tempo massimo. Ne ha le sembianze esteriori: argomento storico, fastosità , il
ballet-divertissement, le marce cerimoniali; ma la sostanza Ăš differente. Manca quella sorta di estremistica dialettica dei contrari tipica del
grand-opéra; mancano i parossismi sonori, i toni spettacolari ed esclamativi della linea vocale che sopravvivono ancora, ad esempio, nella
Françoise de Riminidi Thomas, anteriore di un anno. Si evidenzia piuttosto una classica chiarezza di condotta, unita a un atteggiamento da collezionista antiquario che raduna e utilizza reminiscenze del rinascimento inglese. La compostezza un poâ compassata dellâinsieme caratterizza anche lâarticolazione drammaturgica; prevale una cadenza scarsamente dinamica, oratoriale: una costante dellâoperismo di Saint-SaĂ«ns.
Don Gomez rivela al duca di Norfolk di amare Anna Bolena, che gli ha promesso di sposarlo. Enrico VIII, pure innamorato di lei, la nomina dama dâonore della moglie Caterina dâAragona; poi, dopo aver rifiutato a Caterina la grazia per Buckingham, dichiara illegittimo il proprio matrimonio, avendo egli sposato la moglie del fratello: incontrandosi con Anna, si dice pronto a ripudiare la regina. Durante il sinodo il cardinal Campeggio, legato papale, dichiara perĂČ valido il matrimonio con Caterina. Enrico si proclama allora capo della chiesa dâInghilterra, e annuncia di prendere in moglie Anna Bolena; il legato scomunica il sovrano. Don Gomez, incontratosi con Anna, dice alla nuova regina di aver donato a Caterina la lettera ove ella rivelava il suo amore per lui. Anna visita Caterina, in punto di morte, nellâesilio di Kimbolth: implora la sovrana ripudiata di restituirle la lettera compromettente, ma non sa che Caterina lâha lasciata in ereditĂ , celata nel libro dâore, a Don Gomez. Sopraggiunge Enrico, da tempo sospettoso di Anna; il re ha intuito che Caterina Ăš al corrente di qualcosa, e cerca di farla parlare, ma invano: ella spira con il proprio segreto.
Gratificato da un buon successo al suo apparire,Henry VIIIcomparve allâOpĂ©ra fino al 1919; una recente produzione del festival di CompiĂšgne (1991), diretta da Alain Guingal, ha riportato alla ribalta lâopera, che si Ăš dimostrata in tutto meritevole di essere riproposta. Tra le curiositĂ âfilologicheâ dellâofficina antiquaria di Saint-SaĂ«ns il tema che apre il preludio del primo atto, scovato dal compositore nella biblioteca reale di Buckingham Palace; nonchĂ© un tempo di minuetto (IV,1) tratto daThe Carmanâs Whistledi William Byrd, contenuto nelFitzwilliam Virginal Book. Tra i luoghi memorabili lâimponente, magistrale scena del sinodo e la splendida aria di Enrico âQui donc commandeâ (I,4).
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi