Ultima opera scritta per EsterhĂĄza, fu la preferita dal principe Nicolaus (che ne fece dare ben 54 rappresentazioni al teatro di corte fra il 1784 e il 1788), e, forse per questo, venne molto considerata anche da Haydn. Ebbe successivamente pochi allestimenti fuori dalla corte (Pest 1791, Torino 1804) fino alla ripresa moderna (Berna 1968) e alla nuova fortuna esecutiva contemporanea: attualmente
Armidaè ritenuta infatti uno dei migliori risultati operistici di Haydn. Il libretto (tratto probabilmente da varie fonti dal compilatore Porta) focalizza del soggetto tassesco i contrasti interiori sia della protagonista sia di Rinaldo, cogliendo la vicenda dal momento in cui i due sono giĂ uniti nel palazzo incantato e Rinaldo è sotto lâeffetto dellâincantesimo.
Atto primo. Lâouverture, in tre tempi, si collega stettamente allâopera fornendo quasi una raccolta di citazioni dei motivi e degli atteggiamenti espressivi che seguiranno. Armida teme per Rinaldo, che intende combattere per i pagani. Ubaldo e Clotarco lo cercano, mentre Zelmira, incaricata da Idreno di ammaliarli, sâintenerisce alla vista di Clotarco. Armida trattiene Rinaldo, che comincia a riconoscere Ubaldo (appassionato duetto âCara, sarò fedeleâ).
Atto secondo. Zelmira inorridisce ancora per i piani di Idreno, mentre Ubaldo e Clotarco insistono presso Rinaldo. Questi è lacerato dal contrasto tra amore e dovere (âCara è veroâ). Segue lo sconvolgimento di Armida espresso da unâaria intensa e agitata (âOdio, furorâ). Dopo unâaria marziale di Ubaldo, un terzetto conclude lâatto (âPartirò, ma pensa ingratoâ).
Atto terzo. Nella descrizione orchestrale della foresta, Zelmira si inserisce con unâaria pastorale; Rinaldo si appresta a tagliare il mirto per dissolvere la magia, ma appare Armida, che lo prega di desistere con dolcezza (âAh non ferirâ) e poi con rabbia, provocando una tempesta e lâintervento delle Furie: Rinaldo è ancora in preda al contrasto (âDèi pietosiâ). Allâarrivo dei Franchi, i due amanti vengono separati: il pezzo dâassieme conclusivo lamenta la loro triste sorte.
Lâimpianto generale dellâopera è di ispirazione âriformataâ: notevoli sono le lunghe sequenze di recitativi accompagnati e arie spesso prive di introduzione orchestrale (nel secondo atto e nel terzo), con interscambi di elementi motivici ed effetti di intensificazione drammatica; molto varie le forme delle arie dei protagonisti (fra le migliori della produzione operistica di Haydn), spesso bipartite, e caratterizzate da una crescente concitazione (Rinaldo, âCara è veroâ). Spicca naturalmente lâesperienza sinfonica del compositore, che si rivela non solo nellâouverture e nella suggestiva scena naturalistica che apre lâultimo atto, ma anche nella partecipazione âparlanteâ dellâorchestra nelle arie e nei recitativi accompagnati.
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi