Come Ambroise Thomas nel 1882 e Riccardo Zandonai nel 1914, anche Rachmaninov subì il fascino della storia dei due infelici amanti, raccontata da Dante nel canto V dell’
Inferno.
Il prologo si svolge all’Inferno: le ombre di Virgilio e Dante incontrano i dannati del secondo girone. Nel lungo monologo del primo atto, Lanceotto comincia a manifestare la sua gelosia e a supplicare amore da Francesca, che invece lo tratta con estrema freddezza. Francesca ha sposato Lanceotto, lo sciancato, ma poiché la richiesta di nozze era stata fatta dal fratello di Lanceotto, Paolo il Bello, la fanciulla aveva creduto di andare in sposa a questi. I due si amano, e quando Lanceotto parte, Paolo incontra Francesca nella sua stanza; Lanceotto, rientrato improvvisamente, li sorprende e li uccide. Nell’epilogo, anch’esso ambientato all’Inferno, i dannati gemono per la loro condanna eterna.
Il prologo infernale risente dell’influenza della fantasia sinfonicaFrancesca da Rimini(1877) di Cajkovskij, il fratello del librettista. Il grande duetto d’amore tra Paolo e Francesca del secondo atto, composto durante un soggiorno in Italia, disegna un clima fortemente passionale, con qualche accenno di declamato in tipico stile verista. Il ruolo di Lanceotto era stato pensato dal compositore per Fëdor Šaljapin, che già aveva interpretato Aleko nell’opera omonima. La scena di gelosia di Lanceotto, infatti, richiama proprio la cavatina di Aleko, un ‘cavallo di battaglia’ di Šaljapin. Un’atmosfera cupa domina invece nell’epilogo, dove un lugubre coro a bocca chiusa raffigura le sofferenze delle anime dei dannati.
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi