Il diciottenne Sergej Rachmaninov, allievo di Anton Arenskij al Conservatorio di Mosca, aveva avuto l’incarico di mettere in musica, come prova per l’esame di diploma, il libretto che Nemirovich-Dancenko aveva tratto dal poema
Gli zingaridi Puškin. Il tempo concesso era di tre mesi. Ma il giovane compositore, che cominciò scrivendo le due danze gitane, dopo tre settimane aveva già ultimato il lavoro. Fortemente impressionati dal risultato, gli esaminatori lo premiarono anche con la Medaglia d’oro dell’Istituto e l’editore Karl Gutheil, su suggerimento di Cajkovskij, ne acquistò i diritti di pubblicazione per 500 rubli.
L’opera è ambientata in un campo di zingari: Aleko scopre che la moglie Zemfira lo tradisce con un giovane zingaro e uccide i due amanti. La comunità degli zingari lo condanna perciò a vagare per sempre da solo.
Alekorisente dell’influenza melodica di Cajkovskij (soprattutto nelle due arie ricche di patetismo di Aleko e del padre di Zemfira) e dei modelli operistici italiani – la romanza del giovane zingaro ricorda la siciliana di Turiddu inCavalleria rusticana. L’opera ebbe una certa popolarità (le due danze gitane godettero di esecuzioni concertistiche) anche grazie a Fëdor Saljapin, che interpretò più volte il ruolo del protagonista e incise anche la cavatina “Ves’tabor spit†(‘Il campo dorme’).
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi