Atto primo
A Capannori, paesino del Principato di Lucca (siamo nel 1810), Niccolò Paganini, che è alla vigilia di un suo concerto alla capitale, non è un ospite gradito. La gente del luogo lo tiene in conto dâuno stregone, di un posseduto dal demonio. Il suo impre sario (il manager non è stato ancora inven tato), signor Bartucci, fa di tutto per dis suadere la popolazione ostile, ma è Niccolò stesso che un giorno si fa amica la folla di Capannori, incantandola col suo magico strumento. Ed ecco che al paesino, quel giorno stesso, arriva in pompa magna tutta la corte di Lucca, per una partita di cac cia. Ecco Anna Elisa, la sorella di Napoleone sposata al principe Baciocchi; ecco il prin cipe Felice Baciocchi, e accanto a lui Bella Giretti, prima ballerina di Corte; ecco avan ti a tutti il Marchese Pimpinelli, gentiluo mo di camera; tutto lâentourage fa seguito. Ed ecco, oh fatalitĂ , lâincontro di Paganini con Anna Elisa. Occorre dire che il vio linista si rivela lâincorreggibile donnaiolo che sappiamo? E che Sua Altezza Imperiale non rimane insensibile? Ma ahimè, sul piĂš dolce di un tĂŞte-Ă -tĂŞte (Niccolò ignora per il momento lâidentitĂ della sua compagna di flirt) ecco Bartucci con la straziante noti zia di un infortunio sul mestiere. Hanno proibito il concerto. Lâha proibito il Principe Baciocchi, in seguito ad un rapporto sulla moralitĂ di Paganini. Paganini prorompe, parte in quarta contro il potere vice-imperiale, dice che se ne infischia, che se ne andrĂ fuori dei piedi. Anna Elisa, che nel frattempo è messa al corrente dal Marchese Pimpinelli delle assiduitĂ del Principe verso la Giretti (le abbiamo constatate anche noi personalmente), decide di rendere al consorte pan per focaccia. Questo pane si chiama Paganini: Anna Elisa interviene, si rivela allâartista, guarda in faccia il marito, pro clama: âPaganini suonerĂ ! Lo voglio!â. Baciocchi mangia la foglia, e ritira il veto.
Atto secondo
Nicolò non soltanto ha tenuto il concerto, ma adesso è addirittura Maestro di Corte: Anna Elisa sa bene quel che fa. E pure noi. Lâidillio si svolge esattamente secondo i piani prestabiliti, e anche i rapporti Baciocchi-Bella Giretti marciano.
Soltanto il Marchese Pimpinelli âsta a guardareâ, lui che parteciperebbe in qualche modo, tanto volentieri, al patto quadri partito. Pazienza! Ma ecco che il violinista di Corte, cambia improvvisamente di corte, leggerone comâè piĂš di una piuma al vento. Ad un tratto, si fa cogliere dal vento di Bella Giretti, e ci casca come uno scemo. Frattanto le cose, allâimprovviso, si com plicano: piomba alla Corte di Lucca, invia to dâurgenza dallâImperatore Napoleone, il Generale HĂŠdouville; lâImperatore, al quale sono giunte allâorecchio (oh pettegola Parigi) certe storielle sulla relazione Anna Elisa-Paganini, esige lâimmediato allontanamento dellâospite. Paganini sia condotto a Parigi, magari arrestato, tambur battente. Anna Elisa sâindigna contro lâukase fraterno. Paganini resterĂ : anzi, parteciperĂ al con certo di questa sera. Non câè altro: il Generale può andare. Ma il diavolo (amico di Paganini) ci mette tanto di coda, accidenti agli amici. Anna Elisa, a un certo punto, ha fra le mani la prova concreta della fragilitĂ car diaca di Paganini: una dedica a Bella Giretti. Ah sĂŹ? Bene: la sorella di Napoleone fa richiamare HĂŠdouville. âAvete ragione, Generale. Paganini sia arrestato. Dopo il concerto. Buonaseraâ. E il concerto ha luogo. Terzo intervento dellâamico diavo lo: Paganini suona le âStregheâ come non ha suonato mai. Ă un trionfo mai visto. Anche le streghe ci fanno un figurone straordinario. Siamo però allâarresto del fellone. Ohibò, non sia mai detto, pensa la sorella di Bonaparte. Perdere un uomo simile?
E mentre HĂŠdouville si avanza coi suoi uomini, per la cattura: âPaganini, datemi il vostro braccio!â sentenzia Anna Elisa. E fiera, a braccetto del violinista, passa sotto gli occhi (e i fucili) dei gendarmi di Hedouville schierati sullâattenti.
Atto terzo
In un covo di contrabbandieri al confine del piccolo ma intraprendente principato, ritroviamo Paganini: sappiamo che se nâè venuto via da Palazzo, ha scelto la libertĂ . Eccolo, lo sciagurato, che trinca fra quella frotta di gentiluomini dâogni colore locale, presente lâavvilito, scalognato, disperato Bartucci, che piange tutte le sue lacrime sulle rovine a cui lo ha ridotto il suo scrit turato. Questi ha però promesso che in vita sua non guarderĂ piĂš in faccia una donna. Ma, non appena Pimpinelli e la Bella Giretti (la ballerina ha finito per ripiegare sulle posi zioni del Marchese, in mancanza di meglio) fanno il loro ingresso, essendo alla caccia del fuggiasco, Niccolò si riaccende per la sgonnellante Giretti; câè da scommettere che farebbe punto e a capo: e immaginate lo strazio di Bartucci! Per colmo di sfortu na (o di fortuna) capita nel luogo malfa mato anche Anna Elisa, sotto mentite spo glie di cantante girovaga, essendo anche lei alle calcagna del fuggitivo. Vedere Anna Elisa e riconoscerla, e riaccendersi, è tuttâuno con un ritorno di fiamma: questo ritor no è un bel gioco, e cosĂŹ dura poco. Lo sfar fallone ha finalmente uno sprazzo di ragio ne: tutto si fa chiaro nel suo cervello, sotto tutte quelle chiome alla Maddalena. Era tempo. Decide di passare il confine, di diven tare una persona seria, (dobbiamo credergli?), di andarsene per il mondo, a consolidare la celebritĂ ed assicurarsi un buon posto nella Storia della Musica e nella posteritĂ . Buon viaggio.
Fonte: Teatro Verdi Trieste