Il Matrimonio al convento, rappresentato in forma privata nel 1941 e in seguito ufficialmente nel 1946, è uno dei titoli maggiori di Prokof'ev operista, ma nel suo paese il lavoro, nel frattempo entrato nel repertorio del Teatro Kirov, venne bandito con l'accusa di formalismo e scomparve di fatto fino al 1959, quando venne prodotto al Conservatorio di Mosca ed ebbe vari allestimenti anche all'estero (in Italia al Teatro San Carlo).
Il musicista, che aveva iniziato a comporre melodrammi all'età di nove anni (Il gigante), proseguendo intensamente durante gli anni di studio, ha avuto fino ad anni recenti assai maggior notorietà per il repertorio sinfonico o per quello ballettistico. Il Matrimonio è tratto da The Duenna, una famosa ballad opera settecentesca di Richard Brindsley Sheridan e Thomas Linley, scelta che rientra esattamente nella passione del compositore per soggetti che gli permettessero una rappresentazione chiara e precisa, allo stesso tempo dandogli la possibilità di ricollegarsi a modelli drammaturgici che gli erano cari. Il soggetto, secondo la moglie del musicista, Mira Mendelssohn, era stato suggerito da lei e il marito avrebbe esclamato: «È frizzante come champagne, si potrebbe farne un'opera nello stile di Mozart o di Rossini», visto che la Siviglia del soggetto rimanda alle notturne trame del Don Giovanni e del Barbiere di Siviglia, richiamando ovviamente negli sviluppi anche i modelli più ovvi per questo copione, Le nozze di Figaro e soprattutto Il matrimonio segreto di Domenico Cimarosa. L'approccio squisitamente 'neoclassico' al consueto girotondo settecentesco di coppie che cercano l'amore, viene rivisitato con una lucidissima intelligenza critica, dando il primato agli aspetti lirici della trama, ma non rinunciando a vividi lampi di sarcasmo.
Atto I
A Siviglia nel XVIII secolo don Gerolamo e Mendoza si sono messi d'accordo per dividersi il commercio del pesce in città e il patto sarà suggellato dalle nozze del brutto Mendoza con la figlia del primo, Luisa. Mendoza ordina ai servi di recare il suo pesce in dono al futuro suocero. Giungono quindi Ferdinando, figlio di don Gerolamo, che è disperatamente innamorato di Clara e Antonio che vuole fare una serenata a Luisa; il primo è preoccupato perché l'altro in precedenza era stato anch'egli invaghito di Clara e quindi se ne va. Antonio canta, disturbato dalle maschere del Carnevale e Luisa ricambia il suo amore; don Gerolamo esce e si sfoga con le maschere che lo deridono.
Atto II
Luisa e la governante sono alleate contro don Gerolamo, che nel frattempo rifiuta la proposta di Antonio. Don Gerolamo scopre che la Duenna ha un biglietto in cui parla di aiutare Luisa, perciò la scaccia, ma la donna che se ne va, velata, è invece Luisa. Nel frattempo anche Clara è fuggita e le due ragazze si incontrano al porto; Clara e Luisa si scambiano le identità ordendo un tranello e Clara si ritira in convento, mentre Luisa si presenterà a Mendoza come Clara chiedendo aiuto per il suo infelice amore; questi cade nel tranello e si reca a casa di don Gerolamo, dove ad attenderlo trova la governante, vestita come Luisa, resta deluso dell'aspetto di lei, ma si convince a fuggire subito. Don Girolamo brinda con Mendoza.
Atto III
Luisa attende impaziente Antonio, che giunge guidato da Mendoza, il quale lo spinge nella stanza e poi si apposta per spiare l'esito della sua azione; i due si scambiano effusioni e quindi Mendoza è entusiasta e quando essi rientrano dice che fuggirà con Luisa. Don Gerolamo si dedica alla musica; la fuga di Luisa con Mendoza lo ha stupito e quando arriva don Carlo con una lettera che chiede il perdono da parte del suo socio, egli lo concede per poter subito tornare alla musica. Giunge un'altra missiva, questa volta della vera Luisa: egli non capisce che si tratta di due cose diverse e indice un banchetto nuziale. Nel convento Clara teme di essere stata abbandonata, ma Luisa, giunta nel frattempo insieme a Antonio, chiarisce la vicenda dopo qualche equivoco ulteriore.
Atto IV
I frati se la spassano, brindando e cantando, passano maldestramente alla musica sacra quando arrivano due ospiti: Antonio e Mendoza, che chiedono di essere sposati con le rispettive promesse. I frati dapprima li respingono, ma vengono convinti da una borsa piena d'oro. L'arrivo delle donne scatena una serie di agnizioni a catena (e Mendoza si troverà legato alla governante), ma alla fine tutti i matrimoni saranno pronti. Don Gerolamo a casa attende gli sposi e la loro venuta crea scompiglio, ma dopo una iniziale confusione tutto si placa e si celebrano triplici nozze.
Fonte: Torino, Teatro Regio