Ă il 1815 quando Schubert (1797-1828) compone
Die Freunde von Salamanka (Gli amici di Salamanca), lâanno in cui Rossini comincia la sua gloriosa stagione napoletana mentre Beethoven ha appena messo in scena il
Fidelio. Schubert ha solo 18 anni e vive ancora la sua esperienza compositiva nella dimensione di uno studente (ÂŤallievo del Sig. SalieriÂť, si legge sul frontespizio autografo della partitura); ma sarĂ quella la stagione creativa piĂš felice e prolifica della sua breve esistenza.
Die Freunde von Salamanka è il quarto titolo teatrale messo in cantiere da Schubert in quellâanno magico, segno preciso della forte aspirazione a una consacrazione pubblica sulle scene viennesi che gli fu però sempre negata. Nâè librettista lâintimo amico Johann Mayrhofer (1787-1836), il poeta di tanti Lieder schubertiani, che con questo testo segnava ufficialmente lâinizio di un prezioso sodalizio artistico col nostro compositore. In stile di commedia, sullo sfondo dei luoghi che ospitano lâantica universitĂ spagnola, il libretto narra le avventure goliardiche e amorose di un manipolo di studenti uniti da profonda amicizia, dietro i quali è facile riconoscere gli stessi Schubert, Mayrhofer e gli altri intimi della cerchia schubertiana.
Il lavoro appartiene al genere del Singspiel, lâopera nazionale tedesca che â al contrario di quella italiana â si avvale di recitativi parlati a intercalare i vari numeri musicali (arie, duetti, e numerosi pezzi dâassieme). Tale circostanza ha inciso in modo determinante sullâattuale fruizione dellâopera: del tutto completa sul piano musicale (18 brani vocali spartiti in due atti, piĂš una ouverture strumentale), ci è pervenuta monca nella componente drammatica, essendosi perduto il libretto manoscritto di Mayrhofer (e la mancanza di una pubblica esecuzione ha precluso una stampa dâepoca del libretto). Ci rimangono pertanto solo i versi messi in musica da Schubert, mentre risultano perduti i dialoghi di connessione (naturalmente non ritrascritti dal compositore nella partitura autografa).
Il Teatro Comunale di Bologna ha affidato a Vincenzo Cerami il compito di ricreare una drammaturgia di supporto allâesecuzione dei numeri musicali, dando vita a una struttura âepicaâ sulla cui narrazione sâinseriscono di volta in volta i brani cantati in prima persona dai personaggi.
Anche per la partitura è stata condotta una profonda opera di restauro filologico: la nuova edizione critica curata dal musicologo Marco Beghelli nellâambito della monumentale pubblicazione di tutte le opere schubertiane (la
Neue Schubert-Ausgabe edita da Bärenreiter) è risalita naturalmente al manoscritto autografo, oggi conservato presso la Stadt und Landesbibliothek di Vienna, allâinterno del grande fondo schubertiano lĂŹ conservato. La ricostruzione del testo musicale ha dovuto fra lâaltro fare i conti con i pesanti danneggiamenti inflitti al volume contenente il secondo atto da unâinondazione dâacqua risalente al secondo conflitto mondiale.
La partitura, che nel secolo scorso ha visto una manciata di esecuzioni in terra tedesca perlopiĂš parziali o eccessivamente disinvolte nella ricostruzione della drammaturgia perduta, trova dunque a Bologna nel 2004 la sua prima esecuzione assoluta nella veste originale, recuperandosi per lâoccasione tutte le pagine musicali composte da Schubert e nellâordine previsto dagli autori, fino ad oggi sempre disatteso.
Marco Beghelli