Per il soggetto cfr. l’
Artasersedi Vinci.
Proponendo una versione in inglese dell’Artasersemetastasiano, da trent’anni un successo su scala europea, Arne per un verso intendeva importare su suolo inglese il modello dell’opera italiana; per un altro gli interessava mettere in evidenza una sua allieva, Charlotte Brent (nell’opera Mandane), capace di notevoli virtuosismi: non a caso la parte, che include l’aria “The soldier tir’d of war’s alarms”, rimase un cavallo di battaglia dei migliori soprani fino all’Ottocento. Cura particolare per la caratterizzazione dei diversi personaggi è riscontrabile nella scrittura di tutti i ruoli: quelli di Arbaces e Artaxerxes, destinati a due castrati (secondo la convenzione seguita in Italia), o quelli negativi di Artabanes e Rimenes, il primo più variegato del secondo. Tra le soluzioni compositive vanno notate l’abbandono della canonica aria colda capoe la scelta di un’orchestrazione raffinata, che si piega alla varietà delle situazioni; il fortunato movimento centrale dell’ouverture, il gioco di contrapposizione tra fiati e archi, l’utilizzo di strutture formali innovative e arie celebri come quella di Arbaces “Water parted from the sea” sono tra gli esempi più chiari della ricchezza di questa partitura. L’opera godette di immediato, straordinario successo, diventando nel 1763 anche occasione di un tumulto, quando il teatro fu devastato perché era stata abolita la possibilità di entrare all’ultimo atto a un terzo del prezzo. La perdita del manoscritto originale e la mancata pubblicazione della partitura completa impedisce ogni certezza sulla versione dei recitativi (quelli utilizzati solitamente, che risalgono al 1813, potrebbero almeno in parte ascriversi al compositore stesso).
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi