Da poco insignito del titolo di Maestro di cappella della corte sassone, Hasse compose l’
Arminiomilanese per il compleanno dell’imperatrice Elisabetta Cristina: la moglie del compositore, la celebre Faustina Bordoni, sostenne la parte di Tusnelda, mentre l’altrettanto famoso Carestini era Arminio. Accantonato il libretto di Salvi (che verrà poi utilizzato come base per l’opera di Händel), Hasse tornò a questo soggetto nel 1745, scrivendo un’opera totalmente nuova su testo di un allievo di Metastasio, Claudio Pasquini, eletto allora poeta di corte a Dresda; quando Federico II di Prussia farà il suo ingresso in città , da conquistatore, nel dicembre di quello stesso anno, vorrà subito assistere a una rappresentazione dell’opera, e l’anno dopo porterà il dramma a Berlino. Nel 1753, in occasione di una nuova produzione a Dresda (Teatro di corte, 8 gennaio), Hasse rimise mano alla partitura, principalmente per favorire il debutto in città del castrato Monticelli: introdusse in particolare nove arie nuove, quattro delle quali per il protagonista.
Fonte:
Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi