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Arminio
(Chi la dura la vince) Dramma per musica in tre atti di Francesco Maria Raffaelini
Musica di Heinrich Ignaz Franz von Biber 1644-1704
Prima rappresentazione: Salisburgo, Residenz (sala dei Carabinieri), 1690 (?)

Personaggi
Vocalità
Arminio
Basso
Calligola
Contralto
Claudia
Soprano
Climnia
Tenore
Erchino
Tenore
Germanico
Tenore
Giulia
Soprano
Nerone
Tenore
Segesta
Soprano
Seiano
Contralto
Tiberio
Basso
Vitellio
Contralto
Note
Biber, insigne violinista, divenne membro della Cappella arcivescovile di Salisburgo nel 1673, assumendo successivamente l’incarico (1684) di maestro di cappella. Si ha notizia di due suoi lavori teatrali composti per quella corte:Alessandro in Pietra(rappresentato tra il 1688 e il ‘90) eChi la dura la vince(oArminio, nell’allestimento del 1981 alla Komische Oper di Berlino; quindi, in una nuova produzione, nel 1994 a Innsbruck e Salisburgo), entrambi strutturati sul modello della coeva opera veneziana.Arminioè l’unica opera, tra quelle rappresentate a Salisburgo nel XVII secolo, di cui sopravviva la musica.

L’argomento, liberamente tratto dagliAnnalesdi Tacito, ha come sfondo le vicende di Arminio, l’eroico capo germanico ribelle al dominio di Roma. L’incarico di sottomettere Arminio e di ristabilire l’ordine fu affidato da Augusto al nipote Germanico che, dopo aver vinto numerose battaglie, venne richiamato da Tiberio; l’opera inizia appunto con l’ingresso trionfale di Germanico a Roma. Pur facendo riferimento a personaggi storici, la trama è puramente inventata: Arminio giunge a Roma travestito da servo di Tiberio per salvare la moglie Segesta, resa schiava da Germanico. Su questo tema si dipanano gli intrighi politici di Seiano; gli intrecci amorosi di Nerone e di Claudia; le vicende di Calligola che, innamorato di Giulia, la abbandona perché affascinato dalla bellezza di Segesta; la fedeltà di quest’ultima ad Arminio; la magnanimità di Tiberio che, commosso dall’amore di Arminio per Segesta, gli concede l’adorata moglie e la libertà; infine, le scene comiche che hanno per protagonisti Climnia, nutrice di Giulia, e il buffone di corte Erchino (ricco di umorismo è il commento musicale a I,10, in cui Erchino finge di morire per amore di Climnia).

L’introduzione strumentale e i balletti che concludevano gli atti sono andati perduti. Le sessantuno arie sono per lo più strutturate in sezioni vocali alternate a ritornelli strumentali a tre parti (in genere due violini e basso, come prescritto nell’aria di Seiano “Pur ch’io possa trionfanteâ€). Gli strumenti a fiato sono indicati solo due volte: per l’aria di Vitellio “Sian pur fieri†(quattro flauti) e l’aria di Germanico “All’armi, a’ battaglie, ai cimenti†(quattro trombe e timpani); in entrambi i casi la strumentazione assume una precisa connotazione espressiva: di tipo eroico nell’aria di Germanico; di sapore lievemente ironico nell’aria di Vitellio, situata alla fine di una scena comica (II,16) in cui Erchino appare improvvisamente a Germanico e Vitellio, dichiarando di essere il dio della guerra. La citata aria di Germanico e quella di Giulia “Resterai dolce speranza†(II,10) rappresentano due interessanti esempi di impiego dell’ostinatoin situazioni ‘affettive’ diverse. L’unica indicazione scenografica («Lo carcere») compare all’inizio del terzo atto.
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi


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