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Amor vuol sofferenza
Commedia per musica in tre atti di Gennarantonio Federico
Musica di Leonardo Leo 1694-1744
Prima rappresentazione: Napoli, Teatro Nuovo, autunno 1739

Personaggi
Vocalità
Alessandro
Contralto
Camilla
Soprano
Eugenia, sotto il finto nome di Ninetta
Soprano
Fazio Tonti
Basso
Mosca
Basso
Ridolfo
Tenore
Vastarella
Soprano
Note
In amore occorre soffrire, come ben sa Eugenia. Personaggio chiave dell’opera, la ragazza si trova a Portici, sotto le finte spoglie di una cameriera originaria di Frascati, per riconquistare l’amato Alessandro. Questi l’ha lasciata per correre dietro a Camilla, che a sua volta, però, gli preferisce Ridolfo; il quale, per chiudere il cerchio delle pene d’amore, si è innamorato proprio di Eugenia. Nelle disavventure delle due coppie interagiscono altri tre personaggi: i popolani Vastarella e Mosca (che si esprimono solo in dialetto napoletano) e Fazio Tonti, stravagante toscano perennemente incerto sul da farsi e caratterizzato da unticverbale, l’immancabile «cioè». Paradossalmente sarà proprio l’intervento caotico e dirompente di quest’ultimo a far evolvere la situazione, dissipando i contrasti che dividevano gli amanti all’inizio dell’opera. Se Tonti non godrà d’alcun pegno d’amore, la commedia potrà concludersi comunque lietamente con la ricomposizione delle coppie originarie: Eugenia con Alessandro, Camilla con Ridolfo, Vastarella con Mosca.

L’opera godette nel Settecento di grande popolarità. Secondo la tradizione Leo morì al clavicembalo proprio mentre componeva un’aria per una ripresa modificata del dramma, del quale già nel 1739 era stato detto: «Quelle invention! Quelle harmonie! Quelle excellente plaisanterie musicale!» (Ch. de Brosses). Nel giro di dieci anni l’opera, sotto titoli diversi (La frascatana,La finta frascatana,Il cioè), era esportata in Germania e in Inghilterra, mentre successivamente Paisiello e Cimarosa si sarebbero appropriati del soggetto (rispettivamente con laFrascatanae laFrascatana nobile). Leo aveva dedicato a una vicenda comica senza pretese tutte le ingenti risorse (persino contrappuntistiche) di compositore di opera seria e di musica sacra. I rimandi a questi due generi sono continui nella grandiosità delle strutture musicali, con un chiaro effetto di parodia, come avviene per l’aria “Io non so dove mi sto” di Tonti (I,12), in cui la confusione del personaggio è sottolineata dallo spropositato, pretenzioso accompagnamento di una doppia orchestra. Il carattere sentimentale delle due coppie borghesi e quello schiettamente popolare dei personaggi buffi si armonizzano nella vivacità di una narrazione dal freschissimo senso del comico; il tutto in un’atmosfera dafiaba cittadinache trasfigura il realismo poco nobile delle ambientazioni più triviali (connotate da strumenti come il tamburello o da canzoni finto-popolari), illuminandole della bellezza solare delle figurine di porcellana di Capodimonte.
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi


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