Si tratta del primo titolo teatrale di Zafred, che volle cimentarsi con il genere operistico dopo aver composto ben sei sinfonie (la
Settimaverrà scritta nel 1969) e vari lavori di musica da camera. Ad
Amletofaranno seguito altre due opere teatrali, la commedia lirica
Kean, da Alexandre Dumas padre, e
Wallenstein, dal dramma di Schiller (Roma 1965). Nel libretto approntato dai coniugi Zafred il dramma di Shakespeare risulta emendato dei monologhi e ridotto alle linee essenziali dell’intreccio.
Amleto apprende dal fantasma del padre che il genitore è stato ucciso dallo zio Claudio, re di Danimarca e ora marito di sua madre Gertrude. Medita la vendetta, rompe il legame affettivo che lo lega a Ofelia e dimostra la colpevolezza di Claudio rappresentando in un dramma l’assassinio del padre. Dopo aver ucciso per errore Polonio, Amleto è costretto a lasciare la Danimarca, per essere condotto a morte a sua insaputa. Quando riesce a tornare scopre che Ofelia, impazzita, è morta. Laerte complotta con Claudio per vendicare la morte della sorella Ofelia e uccidere quindi Amleto, per il quale è stata preparata una spada avvelenata. Ma Claudio viene ucciso da Amleto, che rimane a sua volta ferito, mentre Gertrude beve da una coppa avvelenata destinata al figlio.
Per evocare la poesia dei monologhi e dei momenti di più intenso tormento interiore dei personaggi del dramma, il musicista triestino ricorre a sei interludi sinfonici, due per ciascun atto, che, in contrasto con il linguaggio severo e prossimo al recitativo delle parti cantate, intendono sottolineare proprio quei momenti della vicenda che restano esclusi dalla revisione cui è stato sottoposto l’originale svolgimento dell’intreccio: il monologo di Amleto sull’insana passione della madre, la sua follia e la sua ira, la disperazione del re di Danimarca allorché viene smascherato, il furore di Laerte e la catastrofe finale.
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi