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Ciro in Babilonia
o sia La caduta di Baldassarre Dramma con cori in due atti di Francesco Aventi
Musica di Gioachino Rossini 1792-1868
Prima rappresentazione: Ferrara, Teatro Comunale, 14 marzo 1812

Personaggi
Vocalità
Amira
Soprano
Arbace
Tenore
Argene
Soprano
Baldassarre
Tenore
Ciro
Contralto
Daniele
Basso
il figlio di Amira
Mimo
Zambri
Basso
Note
È questa la quinta opera composta da Rossini e nonostante la prima rappresentazione non avesse avuto alcun successo e venisse ricordata dal compositore come un ‘fiasco’, fu replicata in varie città italiane fino al 1827. Rappresenta un iniziale tentativo di Rossini di dar vita a un’opera spettacolare, che necessitava una dispendiosa messa in scena; per questo non si può escludere che la ‘prima’, di cui è incerta l’esatta data, abbia avuto luogo in forma oratoriale. Dopo molti anni di oblio fu ripresa all’Opera Giocosa di Savona nel 1988.

A Babilonia e nei suoi pressi. Baldassarre, re degli Assiri e vincitore in Babilonia, si innamora di Amira, moglie di Ciro, lo sconfitto re di Persia, che è sua prigioniera insieme al figlioletto, e cerca invano di conquistarla. Ciro si finge un ambasciatore persiano e cerca di liberare la consorte, ma viene riconosciuto e a sua volta imprigionato. Baldassare non vuole assolutamente rinunciare ad Amira, che continua a rifiutarlo, e fa preparare le nozze. Scoppia un terribile tempesta, segno dell’ira divina, poiché Baldassare ha compiuto sacrilegio mescendo in tazze sottratte al tempio di Gerusalemme; quindi una mano scesa dal cielo appare minacciosa, e imprime su un muro misteriose parole a caratteri di fuoco. Vengono allora chiamati gli indovini, tra i quali il profeta Daniele. Essi consigliano a Baldassarre di sacrificare agli dèi i reali prigionieri. Mentre Ciro, Amira e il figlioletto stanno per essere immolati, i Babilonesi sono sbaragliati dai Persiani e Ciro, acclamato dal popolo, s’impossessa del regno.

L’opera, che riscosse l’apprezzamento di Stendhal (ebbe infatti a definirla «opera piena di grazia»), si avvale deltoposdell’apparizione di un segno divino, di impiego assai frequente nel melodramma in genere e in quello di Rossini in particolare, come sarà inSemiramide e Mosè: costituisce infatti un’efficace risorsa per conferire all’azione maggiore drammaticità. Originale è invece il fatto che Rossini scrisse l’aria “Chi disprezza gli infelici” per Anna Savinelli, prima interprete di Argene, incentrandola tutta sul solo si bemolle centrale, in quanto quella, come confidò tempo dopo il compositore a Ferdinand Hiller, era «l’unica nota felice» posseduta dal mezzosoprano. Il protagonista dell’opera invece è il guerriero e ‘amoroso’ impersonato da un contraltista, come pure in alcune successive opere serie di Rossini, tra le qualiTancredi. La trama, frutto di un libretto di mediocre valore, è piuttosto farraginosa in quanto l’ambientazione storica non si fonde nel migliore dei modi con le vicende sentimentali dei personaggi, nonché con gli elementi religiosi e magici.Ciro in Babiloniaresta comunque un’opera rimarchevole sotto l’aspetto puramente musicale, poiché può essere considerata un momento di passaggio nella maturazione stilistica che conduce daDemetrio e PolibioaTancredi.
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi


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