È la prima opera scritta da Leoncavallo, e restò nei cassetti dell’autore per circa venti anni; il libretto porta la data 1877.
Londra, XVII secolo. Il giovane poeta Chatterton, rimasto orfano e caduto in povertà , è ospitato da un ricco londinese, Giovanni Bell, nella soffitta di una casa di periferia, dove questi vive con la moglie Caterina e lo zio Giorgio. La condizione miserrima dell’esistenza si ripercuote sul carattere e l’umore del giovane poeta, al quale l’unico conforto viene da Caterina. Quando Giovanni riceve certi nobili londinesi, alcuni di loro gli rivelano la vera identità e il passato di Chatterton, di cui non mancano di prendersi gioco, per l’occasione delle circostanze. L’usuraio Skirner, che un tempo prestò denari a Chatterton, ora li vuole indietro. Messo di fronte alla propria miseria, il giovane poeta si impegna a onorare la parola data, compensando il creditore con il proprio cadavere. Interviene Beckford che aggiungendo disonore a disonore gli offre un lavoro: sarà cameriere. Di fonte a tanto crudele sorte il delicato e sognante animo di Chatterton cede e pensa al suicidio, che presto mette in atto con l’oppio. Caterina, che non ha mai smesso di confortare Chatterton, interviene ma non riesce a salvarlo, e lo segue nel suo destino.
Chattertonè considerato il capolavoro teatrale di Alfred de Vigny, che lo trasse da una delle novelle diStello. Il libretto di Leoncavallo esaspera ulteriormente il nucleo drammatico del testo, ovvero il dissidio tra un mondo ideale e di sogno e le meschinità della vita quotidiana. Il lungo periodo di incubazione, la sua storia di inedito e la caparbietà nel voler far rappresentare l’opera, testimoniano quanto Leoncavallo tenesse al suo testo, la cui messa in musica si dedica alla sottolineatura dei conflitti e delle crudeltà umane – linea che troverà effetto nella sua opera maggiore – con esiti alterni, e non esenti da toni enfatici.
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi