La caduta deâ decemvirisegna lâinizio della collaborazione tra Scarlatti e Silvio Stampiglia, successivamente librettista in altre sue opere:
LâEraclea(Napoli 1700),
Tito Sempronio Gracco(Napoli 1702),
Turno Aricino(Pratolino 1704),
Lucio Manlio(Pratolino 1706, in collaborazione con Giuseppe Papis). Lâopera, molto apprezzata dal pubblico, confermò la fama che Scarlatti aveva ormai raggiunto nella sua quasi decennale collaborazione con il Teatro San Bartolomeo (ma è dubbio se lâopera non sia stata in effetti rappresentata a Palazzo Reale) iniziata probabilmente nel 1688 con
Il Flavio.
Lâargomento trae spunto dal Terzo Libro di Livio, in cui si narrano le vicende del decemvirato costituitosi ai tempi dellâantica Roma con lo scopo, fallito per la tirannia di Appio Claudio, di beneficiare i cittadini e di salvaguardare i diritti della plebe. Appio Claudio si innamora di Virginia, giovane di umili origini e giĂ promessa sposa di Icilio. Dopo aver tentato inutilmente di attirarla con doni e promesse, Appio decide di ingannarla facendole credere di essere una schiava. DĂ ordine di rapirla, ma il rapimento non riesce per la folla accorsa alle grida di Servilia. In tribunale, al cospetto dello stesso Appio Claudio in qualitĂ di giudice, la folla e i presenti chiedono di rimandare la sentenza sino allâarrivo di Lucio, il padre della fanciulla, impegnato con lâesercito nei pressi di Roma. Richiamato in cittĂ , Lucio, di fronte alla forza dellâautoritĂ , non può far altro che uccidere la figlia per salvarla dal disonore. A questo punto il libretto di Stampiglia si discosta dalla fonte: Virginia non muore; Lucio entra in Roma con le truppe per uccidere Appio Claudio, che tenta di fuggire travestito ma viene catturato e, infine, perdonato. Su questo intreccio principale si innestano episodi secondari, come lâamore tra Claudia e Lucio o le vicende di Valeria, personaggio che, come Claudia, manca nella narrazione di Livio. Per lo piĂš assenti sono le scene buffe, riservate generalmente ai servi; Flacco e Servilia hanno in questâopera un ruolo coerente alla trama, benchĂŠ non manchino gustosi momenti comici, come la penultima scena in cui Flacco tenta di scappare travestito da donna, balbettando per non farsi riconoscere.
La caduta deâ decemviripresenta un chiaro esempio della nuova forma di sinfonia dâapertura destinata a soppiantare il preludio dâopera in stile veneziano, che consisteva in un tempo lento binario seguito da uno o due tempi di danza in ritmo ternario. Questo tipo di sinfonia âallâitalianaâ, successivamente adottata come norma dallo stesso Scarlatti e da numerosi altri compositori, si compone di tre parti: al primo tempo, veloce e caratterizzato da rapidi passaggi in scale e da figurazioni ritmiche ben delineate, si contrappone una breve e lenta sezione accordale che spesso funge da semplice collegamento alla parte finale, un allegro in tempo di danza. Lâorchestra presenta una certa varietĂ di soluzioni timbriche: diverse arie hanno lâaccompagnamento del solo basso continuo e sono spesso seguite da un ritornello strumentale; in altri casi due violini soli e basso continuo (o violetta e violoncello soli, come nel caso dellâaria di Icilio âSâio non tâamassi tantoâ) sostengono la parte vocale; o ancora, lâaccompagnamento è affidato ai violini primi e secondi allâunisono, oppure è esteso a tutti gli archi. Particolare connotazione drammaturgica assume lâimpiego della tromba nelle due arie di Lucio âTutti arditi al fatal cimentoâ e âAl cader dâultrice spadaâ, come pure in quella di Appio âLarve, fremiti, terroreâ.
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi