L’opera di Cimarosa godette di immediato e vasto successo in tutta Europa, con frequenti rappresentazioni per un quarto di secolo. La partitura talvolta venne modificata, com’era allora consuetudine, tramite l’inserzione di arie (di Paisiello nella produzione viennese) o con la riscrittura completa o parziale di alcuni numeri (come fece Haydn a Esterháza, con le arie “Se voi foste un cavaliere” e “Infelice sventurata”).
Per evitare di sborsare la dote, Don Pantaleone vorrebbe che la sorella Beatrice sposasse il fattore Marcotondo. La ragazza nel frattempo è scappata di casa, aiutata da Fidalma e dalla sua cameriera Laurina, mentre Marcotondo si è travestito, su suggerimento di Don Pantaleone, da nobile. Tutto si complica quando arriva il conte Caramella, un ricco personaggio mantovano che ha scelto di presentarsi in incognito, e proprio con la stessa falsa identità assunta da Marcotondo, quella del conte Farfallone; non sopportando la situazione, il nuovo arrivato sfida l’altro Farfallone a duello. Dopo una serie di buffe vicende sarà possibile celebrare i matrimoni desiderati: Fidalma potrà sposarsi con Don Pantaleone, Beatrice con il ricco conte Caramella, mentre la cameriera Laurina convolerà a nozze con Pipetto; l’unico scornato sarà il povero Marcotondo, ignorato da tutto il gentil sesso del dramma.
La musica offre numerosi luoghi interessanti, quali la sinfonia, spesso eseguita autonomamente in concerto, la cavatina con chitarra del conte Caramella e il duetto buffo di quest’ultimo e Beatrice.
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi