Home Page
Consultazione
Ricerca per categorie
Ricerca opere
Ricerca produzioni
Ricerca allestimenti
Compagnia virtuale
Servizio
Informazioni e FAQ
Condizioni del servizio
Manuale on-line
Assistenza
Abbonamento
Registrazione
Listino dei servizi
Area pagamenti
Situazione contabile


Visualizzazione opere

Dottore di vetro, Il
Opera radiofonica in un atto di Maria Luisa Spaziani, da Philippe Quinault
Musica di Roman Vlad 1919-
Prima rappresentazione: Berlino, Akademie der Künste, 4 ottobre 1961

Personaggi
Vocalità
il dottore di vetro
Baritono
Isabella
Soprano
Marina
Mezzosoprano
Panfilo
Basso
Rugantino
Basso
Tersandro
Tenore
Note
Nel 1959, allorché scrisseIl dottore di vetrocon lo scopo di concorrere al Premio Italia, che allora poteva ospitare anche opere inedite, Vlad collaborava già da un anno al terzo programma radiofonico della Rai, dopo essere stato, dal 1955 al ’58, direttore dell’Accademia filarmonica romana. Per la radio aveva già composto un atto unico,La storia di una mamma, eseguita nel 1951 a Venezia in forma concertistica. In versione radiofonica,Il dottore di vetrovenne trasmesso dal terzo programma Rai il 26 febbraio 1960. Nell’intreccio tratto da Quinault (il celebre drammaturgo e librettista di Lully), trovano largo spazio motivi patetici e sentimentali.

La figlia di Panfilo, Isabella, è stata promessa in sposa a un dottore ricco ma vecchio. Ella ama Tersandro, che per convincere il dottore a desistere dalle nozze, gli fa credere che l’amore lo abbia fatto diventare di vetro. Panfilo accoglie nella propria casa il vecchio, che si presenta in una cesta, protetto da un imballaggio di paglia. Quando il padrone di casa lo abbraccia, il dottore, per la paura di andare in frantumi, sviene; quando si riprende crede di essere già morto e di trovarsi in mezzo a un consesso di diavoli. Panfilo comincia a pensare che non sia il caso di dare la propria figlia in sposa al dottore e accetta di assecondare i desideri di Isabella, che spasima per Tersandro; per il giovane assistente del dottore di vetro è il momento di farsi riconoscere e le nozze possono infine venir celebrate.

L’opera unisce un impianto teatrale classico a un linguaggio musicale che sedimenta alcune delle tecniche dodecafoniche a lungo studiate e divulgate da Vlad. L’impiego di procedimenti compositivi che si avvalgono delle conquiste della scuola dodecafonica è peraltro temperato dalla prevalenza di strutture formali tradizionali e non lascia spazio, qui come altrove nella produzione di Vlad, a toni in qualche misura paragonabili a quelli delle ricerche d’avanguardia proprie di tanta parte della musica da Webern in poi, consegnandoci quindi un’opera accessibile, che si avvale di un linguaggio che non pretende di porsi come innovatore e preferisce ripercorrere i sentieri della storia musicale, piuttosto che esplorare le inedite potenzialità del mondo dei suoni e del teatro.
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi


Credits - Condizioni del servizio - Privacy - Press Room - Pubblicità