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Don Procopio
Opera buffa in due atti di Carlo Cambiaggio
Musica di Georges Bizet 1838-1875
Prima rappresentazione: Montecarlo, Opéra, 10 marzo 1906

Personaggi
Vocalità
Bettina
Soprano
Don Andronico
Basso
Don Procopio
Baritono
Donna Eufemia
Mezzosoprano
Ernesto
Baritono
Odoardo
Tenore
Pasquino
Baritono
Note
L’opera venne composta da Bizet tra il 1858 e il ‘59, durante il suo soggiorno romano. Il compositore francese era arrivato in Italia avendo vinto il ‘Prix de Rome’, che gli dava il diritto di soggiornare a Villa Medici per un lungo periodo, per dedicarsi alla composizione. «Su delle parole italiane, si deve scrivere musica italiana; non ho tentato di liberarmi di quest’influenza»: così Bizet scriveva alla madre nel gennaio del 1859, con una frase che, quando lo spartito per canto e pianoforte venne pubblicato nel 1905, fu stampata in epigrafe. In effetti, il libretto del Cambiaggio (non era un testo nuovo: già intonato da Vincenzo Fioravanti e altri nel 1844, e frutto a sua volta di una versione ridotta deI pretendenti delusidi Luigi Prividali, musicato da Luigi Mosca, Milano 1811) spinse Bizet a comporre un’opera così intimamente ‘italiana’ da ricalcare in modo quasi imbarazzante le situazioni drammaturgiche, se non quelle musicali, delDon Pasqualedi Donizetti. La partitura, considerata perduta, venne ritrovata fortuitamente solo nel 1894 tra le carte di Auber, e rappresentata la prima volta, tradotta in francese, nel 1906.

Atto primo. Don Andronico vuole maritare la bella Bettina con il vecchio e ricco Don Procopio; ma la ragazza, che ricambia l’amore di Odoardo, non ne vuole assolutamente sapere. In combutta con Ernesto, fratello di Donna Eufemia, la moglie di Andronico decide di giocare un terribile scherzo a Don Procopio: Bettina fingerà di acconsentire alle nozze, ma solo con l’intento di spaventarlo a morte.

Atto secondo. Odoardo rivolge a Bettina una tenera serenata. Per poco i due non sono sorpresi da Don Procopio che, insospettito dal comportamento della ragazza, intende chiarire con lei quale sarà il suo atteggiamento dopo le nozze; la risposta di Bettina, con la sua ferma intenzione di dedicarsi a balli, feste e divertimenti, spaventa a tal punto Don Procopio da costringerlo a rompere il fidanzamento. Don Andronico è furente, ma alla fine si vede costretto a rinunciare ai propri progetti e ad acconsentire al matrimonio fra Bettina e Odoardo.

La debolezza e la scarsa originalità della partitura sono innegabili; tuttavia l’opera contiene alcuni momenti molto felici, fra i quali occorre ricordare almeno l’efficacia dei concertati e ancor più della serenata di Odoardo (“Sulle piume dell’amoreâ€) all’inizio del secondo atto. Lo stesso Bizet ne sarà consapevole, e riutilizzerà questa pagina neLa jolie fille de Perth.
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi


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