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Don Perlimplin
Ballata amorosa proprio, da Federico García Lorca
Musica di Bruno Maderna 1920-1973
Prima rappresentazione: rai, 1962

Personaggi
Vocalità
Belisa
Soprano
Don Perlimplin
due folletti
Recitante
la suocera
Marcolfa
Recitante
Speaker
Recitante
Note
Il soggetto dell’opera, seconda delle tre che il compositore destinò al mezzo radiofonico (ricordiamo i radiodrammiIl mio cuore è nel sud,rai1970, eRitratto di Erasmo,rai1970), si attiene fedelmente all’omonima commedia di García Lorca.

Pressantemente spinto dalla governante Marcolfa, il vecchio, timido e gentile Don Perlimplin si decide a sposare la ‘bella senz’anima’ Belisa, pur sapendo che il suo amore non è contraccambiato; costei infatti lo sposa per interesse, e fin dalla prima notte di nozze lo tradisce ripetutamente. Ciononostante Perlimplin l’ama sinceramente e le fa recapitare tramite Marcolfa una lettera, in cui si finge un giovane cavaliere desideroso di un convegno notturno con lei; Belisa giunge all’appuntamento e scopre che il misterioso amante è in realtà lo stesso marito, che in quel momento si uccide.

Don Perlimplinè un’opera appositamente costruita per il mezzo radiofonico, in occasione del Premio Italia del 1962, e destinata a non uscire dal suo ambito, benché ne sia stata tentata una messinscena teatrale a Colonia nel 1975, con risultati peraltro assai discutibili. L’unico documento attendibile che riguarda la composizione dell’opera è infatti il nastro su cui essa fu registrata – una collazione di materiali appositamente scritti, di materiali derivanti da composizioni maderniane di quegli anni e di materiali elettronici – mentre la partitura è largamente incompleta e si presenta più che altro come un quaderno d’appunti, che peraltro presenta notevoli differenze con il materiale registrato su nastro. Maderna probabilmente si limitò dunque a stendere un progetto del lavoro, senza dargli una forma definita in partitura. Preferì realizzare la forma dell’opera solo in sede di montaggio del nastro, dal quale si desume che l’opera è costituita da sei parti: un’introduzione (comprendente i materiali da usare come base per interventi elettronici e improvvisazioni strumentali), un prologo (scena di Marcolfa che combina le nozze di Perlimplin con Belisa) e quattro quadri (notte di nozze; dialogo Belisa-Marcolfa sui corteggiamenti di un giovane cavaliere; amore di Belisa per il cavaliere; morte e trionfo di Don Perlimplin). Estremamente variata, come spesso in Maderna, è la tipologia di musiche assemblate in quest’opera, come ha suggerito Mario Baroni, ravvisandovi la compresenza di quattro stili ben definiti: quello «alla Darmstadt», caratteristico dei frammenti che Maderna utilizza traendoli da opere già composte (in particolare daHoneyrêves, daMusica su due dimensionie dalDivertimento per orchestra); quello della «citazione di moduli stilistici noti» (il madrigale, loswingdel jazz, la musica leggera, la musica ballabile); quello dei «procedimenti d’improvvisazione» (strumenti che mimano, improvvisando su un materiale ‘aleatorio’, la voce umana, come il flauto che sostiene la parte eponima); quello, infine, delle «elaborazioni elettroniche» realizzate in studio, soprattutto mediante sovrapposizione e sfasamento di linee vocali o strumentali preregistrate. Sapientissima, in ogni modo, la sintesi maderniana, che conferisce all’amara e grottesca commedia spagnola un gustoso effetto espressivo.
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi


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