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Diavolessa, La
Dramma giocoso in tre atti di Carlo Goldoni
Musica di Baldassarre Galuppi 1706-1785
Prima rappresentazione: Venezia, Teatro San Samuele, novembre 1755

Personaggi
Vocalità
Don Poppone
Basso
Dorina
Contralto
Falco
Tenore
Ghiandina
Soprano
Giannino
Basso
il conte Nastri
Contralto
la contessa Nastri
Soprano
Note
La partitura scritta da Galuppi per il testo goldoniano è tra le ultime fatiche del loro sodalizio, e si rivela ricca di pregi musicali.

Dorina e Giannino sono una coppia infelice; la ragazza infatti non è disposta al matrimonio, finché Giannino resterà povero. Per risolvere la situazione l’oste Falco li invia da Don Poppone, annunziandoli come turchi in grado di aiutarlo nella caccia a un tesoro. Poppone li scambia però per i conti Nastri, di cui è in attesa e, quando anche questi arrivano, li accoglie come se fossero gli ospiti turchi. Risolto il doppio equivoco, l’operina prosegue con una messinscena di Giannino e Dorina, che si fingono diavoli e, in cambio di informazioni sul tesoro, estorcono del denaro a Don Poppone. Ma i successivi interventi della serva Ghiandina e dell’oste Falco portano la vicenda a una svolta: la prima scopre l’estrazione plebea dei due finti conti, mentre il secondo svela che Giannino ha ereditato denaro a sufficienza per sposare Dorina. L’opera termina così con il ritorno dei veri nobili a Roma, la restituzione del maltolto a Poppone e il perdono generale di prammatica.

L’opera inizia con un concertato (un duetto) in cui la coppia di innamorati presenta l’antefatto: un esordioin medias res, dunque, ben diverso dalle semplici aperture col recitativo. Poco dopo, all’arrivo dell’oste Falco, il compositore coglie l’occasione per introdurre un terzetto, che viene a formare, insieme al brano precedente, una sorta di ampia introduzione con recitativo intermedio. Con tre concertati (‘finali’) si chiudono tutti gli atti: decisamente efficace il secondo, ambientato nella buia cantina di Falco, in cui Dorina e Giannino travestiti da diavoli percuotono e rapinano Don Poppone; è il tipico finale ‘a catena’, in cui ogni scena amplia la portata della precedente, mentre l’unità del pezzo viene assicurata da un accompagnamento orchestrale continuo e ritmicamente incisivo. Tra i personaggi (veri e propri stereotipi del teatro musicale settecentesco) si segnala in particolare la contessa, che fa il suo ingresso in scena con un’aria di coloratura da opera seria; mentre, agli antipodi stilistici, ricordiamo l’immancabile figura della serva, oppure la protagonista Dorina, cui è riservata la graziosa aria “Si distingue dal nobile il vile†(I,7), rielaborazione di un brano appartenente all’Alessandro nell’Indieripreso in quello stesso anno da Galuppi.
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi


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