Le Déserteurfu all’epoca uno dei titoli più celebri del nuovo genere dell’
opéra-comique, capace, in capo a pochi anni, di conquistare molte importanti piazze europee. L’opera, che diventerà popolare specialmente in Germania, venne rappresentata di fronte a Luigi XV l’8 ottobre 1769 a Fontainebleau, mentre nel 1787 raggiunse New York. Durante la rivoluzione il coro finale “Vive le roi†venne sostituito con la canzone repubblicana ‘Ça ira’. Ancora nell’Ottocento l’opera riscosse l’interesse di Berlioz e di Heine; sia Adam sia d’Indy ne approntarono una rielaborazione secondo il gusto dell’epoca.
Atto primo. La contadina Louise è promessa sposa al soldato Alexis, il cui ritorno è atteso come imminente al villaggio, dove si pensa di organizzargli uno scherzo: si fingerà che Louise stia sposando Bertrand. Credendo che le nozze siano reali, Alexis, ritornato, decide di disertare per disperazione, ma viene catturato.
Atto secondo. Incompreso e solo, il disertore giace in carcere; Louise e suo padre gli fanno visita e chiariscono l’equivoco, ma vengono a sapere che è stato condannato a morte. La ragazza decide di impetrare la clemenza del re.
Atto terzo. Alexis scrive una lettera d’addio all’amata, che si è intanto recata dal re; giunta trafelata, proprio mentre il disertore viene condotto al supplizio, sviene. Quando riprende i sensi si accorge di non aver mostrato il documento che attesta la grazia del sovrano. Il re tuttavia ha già raggiunto di persona il luogo dell’esecuzione e concesso ad Alexis la libertà .
L’opera introduce un nuovo genere di dramma, in cui il comico (ad esempio il duetto di Bertrand e Montauciel “Tous les hommes sont bonsâ€) e il tragico sono accostati con effetti di aspro contrasto. In particolare il lato patetico della vicenda viene sottolineato attraverso una serie di scene di notevole intensità , come quella della prigione, destinata a diventare untoposdellapièce à sauvetage, così come ricorrenti diverranno anche certi espedienti compositivi: le invocazioni fuori scena al re, che indicano l’approssimarsi della salvezza, la citazione nell’orchestra del tema dell’addio o ancora il rullo dei timpani, che evoca una situazione minacciosa. I finali del primo e del secondo atto prevedono il concatenamento di vari numeri musicali, con la completa esclusione dei brani parlati.
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi