Questo
opéra-sacréappartiene alla fiorente e importante tradizione teatrale connessa ai collegi retti dalla Compagnia di Gesù in tutta Europa, un filone estremamente vitale durante il XVII e il XVIII secolo, sino allo scioglimento dell’ordine. Gli spettacoli prodotti si prefiggevano obiettivi educativi, rappresentando sulla scena questioni di carattere politico e morale, elaborate in testi drammatici a opera di confratelli dell’ordine religioso.
David et Jonathasvenne ideato per il parigino Collège Louis Le Grand, da accostarsi nella rappresentazione alla tragedia latina
Saül, scritta sul medesimo soggetto dal gesuita Pierre Chamillart. Gli atti dei due drammi si sarebbero alternati iniziando con il prologo di
Davide proseguendo con il primo atto di
Saül(il libretto originario registra peraltro alcuni altri personaggi, che non compaiono nella partitura di Charpentier). La ripresa moderna di
David et Jonathasrisale a un allestimento diretto da Michel Corboz (Lione 1981, con Paul Esswood nel ruolo di David e Philippe Huttenlocher in quello di Saül).
Prologo. Sotto mentite spoglie, il re Saül interroga un’indovina sull’esito dell’imminente battaglia contro i Filistei, ed ella gli predice la morte sua e dei suoi figli, se oserà opporsi all’inconorazione di David a re d’Israele.
Atto primo. David, reduce da una vittoria, si reca al campo dei Filistei, accolto festosamente dai prigionieri da lui liberati. Il re Achis gli suggerisce di portarsi in una zona neutrale e negoziare con Saül la pace, oppure la continuazione della guerra.
Atto secondo. Il comandante filisteo Joabel, nella speranza di uccidere l’odiato David in battaglia, decide di calunniare quest’ultimo presso Saül. David e Jonathas, amici carissimi, si incontrano ed esaltano i vantaggi della pace.
Atto terzo. Saül, ormai furibondo dopo la delazione di Joabel, chiede in cambio della pace la testa di David, che accusa di tradimento in presenza di Jonathas; David fugge e Saül lo fa inseguire.
Atto quarto. Secondo gli intendimenti di Saül, è ormai imminente la battaglia: David e Jonathas, che si apprestano a militare su opposti fronti, si dicono dolorosamente addio.
Atto quinto. La battaglia è stata vinta dai Filistei; Jonathas, ferito mortalmente, spira nelle braccia dell’amico David e Saül sfugge alla cattura col suicidio, mentre David viene informato da Achis della sua futura incoronazione a re.
L’opera propone in primo luogo una riflessione di carattere politico sulla natura del potere: mentre Saül e David si confrontano sul campo dell’adesione al progetto provvidenziale e in filigrana si rende chiaramente visibile, dietro il velame della vicenda biblica, il riferimento alla Francia del Re Sole e alla pretesa legittimazione divina del potere regale. All’interno dell’assunto ideologico guadagna però importanza un tema squisitamente privato: il sentimento di amicizia che unisce i due giovani eroi – cui non a caso l’opera è intitolata – è in grado di introdurre toni di sincera commozione in un argomento altrimenti refrattario a ogni tenerezza. Ricordiamo infatti che, nel rispetto delle consuetudini del teatro gesuitico, il dramma non prevedeva alcun personaggio femminile, rendendo così impossibile qualsiasi divagazione di carattere amoroso. L’insopprimibile carica sensuale della musica finisce dunque per concentrarsi sull’amicizia tra David e Jonathas, unamour mutuelespresso a tratti con un languore degno del più intensoerosdel teatro monteverdiano. La partitura conferisce notevole intensità drammatica a una vicenda tendenzialmente statica (gli avvenimenti si concentrano quasi tutti nel quinto atto); sia nella densità armonica ed espressiva dei paesaggi sonori disegnati dall’orchestra d’archi, sia nella misurata raffinatezza della linea vocale, disponibile a scarti improvvisi di umore e ad accensioni repentine, che segnano il trascorrere da un sentimento all’altro. Struttura principe di tanta sensibilità per la declamazione poetica è l’arioso, talvolta integrato dagli interventi del coro, che ha modo di mettersi in evidenza nel corso di tutta l’opera con pezzi di carattere polifonico scritti nella tecnica del doppio coro, secondo una consuetudine ben nota al grande compositore di oratori: Charpentier era stato autore, pochi anni prima, dellaMors Saulis et Jonathae, un oratorio dedicato al medesimo soggetto dell’opera.
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi