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Nusch-Nuschi, Das
Commedia per marionette birmane in un atto e tre quadri di Franz Blei
Musica di Paul Hindemith 1895-1963
Prima rappresentazione: Stoccarda, Württembergisches Landestheater, 4 giugno 1921

Personaggi
Vocalità
araldo
Tenore
araldo
Basso
bajadera (2)
Soprano
bajadera (2)
Soprano
Bangsa
Soprano
fanciulla
Contralto
fanciulla (2)
Soprano
il boia
Basso
il cerimoniere
Basso
Kamadewa
Kyce Waing
Basso
Mung Tha Bya
Basso
Nusch-Nuschi
Mimo
Osasa
Soprano
poeta
Basso
poeta
Tenore
Ragweng
Recitante
Ratasata
Soprano
scimmia ammaestrata (2)
Tenore
Susulü
Tenore
Tum tum
Tenore
Twaise
Contralto
un mendicante
Basso
Zatwai
Mimo
Note
Hindemith immaginò questo suo secondo atto unico, finito di comporre nel 1920, come parte di un trittico, analogo a quello pucciniano. In contrasto con il precedenteMörder, Hoffnung der Frauene la successivaSancta Susanna, la storia scritta da Franz Blei nel 1904 consentiva in questo caso al giovane Hindemith di indagare la pulsione sessuale in una dimensione grottesca e comica, già indicata nel sottotitolo con la caustica indicazione di ‘commedia per marionette’. Non persone, dunque, ma figure prive di anima danno vita a un teatro in cui il grottesco sfiore il surreale, accostabile a quello di Alfred Jarry. Mentre nelle altre due operine si raffigurava un percorso di emancipazione sessuale attraverso gesti di violenza, inNusch-Nuschiil gioco sensuale toglie il velo alla morale convenzionale della società borghese guglielmina, alla quale qui si allude satiricamente tramite un esotico e immaginario reame birmano.

Quadro primo. Come nella commedia dell’arte, la vicenda prende l’avvio dalla furbizia del servitore Tum tum, che racconta, sul portone della casa con le scimmie gialle del bel Zatwai, come il padrone gli abbia affidato l’incarico di provvedere alla fuga di una delle quattro mogli dell’imperatore Tha Bya, da lui sedotta. Il traffico notturno davanti alla casa è intenso: arrivano due bajadere ingaggiate da Zatwai in previsione dell’allegra serata, poi un mendicante menagramo, che ricorda loro la morte. A una a una arrivano anche le mogli dell’imperatore, tutte e quattro vogliose di provare il fascino del seduttore, e infine di nuovo Tum tum, che si lamenta del surplus di lavoro causato dai capricci sentimentali del padrone. Arriva anche Kyce Waing, vecchia gloria nazionale, completamente ubriaco. Mentre Tum tum lo aiuta a reggersi in piedi, calcolando che gli converebbe mettersi al suo servizio, appare il dio del piacere Kamedewa sopra un Nusch-Nuschi, che è una bestia «mezza pantegana, mezza caimano». Il dio gli promette aiuto se salverà la vita al vecchio, che, brillo com’è, è cascato proprio sopra la bestia, che lo ha azzannato per i fondelli. Uccisa la bestia e liberato il generale, Tum tum passa con soddisfazione dal vecchio al nuovo padrone, secondo i suoi desideri.

Quadro secondo. In casa del bel Zatwai. Le due bajadere si esibiscono in balli e canzoni d’amore, mentre il padrone di casa amoreggia, passando dall’una all’altra, con le mogli dell’imperatore.

Quadro terzo. Nel palazzo del sovrano. Scoperta la fuga delle donne, l’eunuco Susulü accusa Tum tum, di fronte all’imperatore, di essere l’autore del misfatto. Questi si discolpa sostenendo di avere ubbidito agli ordini del padrone. E chi è dunque il suo padrone? Il vecchio generale Waing, come dichiara Tum tum e conferma lo stesso generale, all’oscuro di tutto. La pena è «la solita», come dice l’imperatore: la castrazione. Ma il boia ritorna senza aver eseguito la condanna, perché – dice avvilito – «non ce n’era più bisogno». Una crassa risata accompagna la notizia nella sala del trono, mentre alcuni poeti e ballerine intonano canzoni d’amore protetti silenziosamente dal dio Kamadewa. L’ultimo a far capolino è il vecchio mendicante, scuotendo questa volta un campanellino di legno comememento mori.

Organizzata come un’opera in miniatura,Nusch-Nuschiè una partitura brillantissima, di grande virtuosismo orchestrale. La forma si configura in una sorta di rondò, in cui ricorrono periodicamente alcune sezioni. Il carattere parodistico del testo si riflette anche nella musica, con citazioni familiari al pubblico tedesco, tra cui una estremamente acida per l’epoca, dalTristandi Wagner, allorché l’imperatore parla del proprio onore. Hindemith si permise anche un certo umorismo alla Satie, ad esempio indicando sulla partitura di aver scritto una ‘Choralfuge’ («con tutti i comfort») per permettere agli esperti di gridare al cattivo gusto dell’autore. Presentata assieme aMörder, Hoffnung der Frauen, con la direzione di Fritz Busch e la regia di Oskar Schlemmer, l’opera suscitò notevole scandalo, anche se venne subito riconosciuto il grande talento del giovane musicista di Francoforte. Ripudiata in seguito dallo stesso Hindemith, è stata ripresa solo in rare occasioni a partire dal 1969.
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi


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