GiĂ messo in musica da Giovanni Bottesini con lo stesso titolo, il libretto, pubblicato dalla Roux e Favale di Torino, fu acquistato in seguito da Ricordi e intonato nuovamente da Mancinelli; questi, ricevuta una commissione dal Festival di Norwich (dove lâopera venne eseguita per la prima volta, in forma di concerto, lâ8 ottobre 1896), ne aveva chiesto lâautorizzazione a Boito. Diversamente da Bottesini, Mancinelli, la cui formazione di compositore e direttore dâorchestra maturò soprattutto allâestero, lontano dalle influenze dellâopera verista, accentuò i tratti meno realistici del libretto di Boito; ne sottolineò la vena drammatica interiore, con momenti profondamente meditativi ed esiti spesso originali, in ogni caso ben diversi (a eccezione dellâaria âdella conchigliaâ, âConchiglia rosea del patrio lidoâ, strutturata come una vera e propria aria) dalle soluzioni familiari alla maggior parte dei compositori italiani coevi: nel gesto, nella vocalitĂ (che adotta un declamato assai duttile, ma che rifugge da ogni facile melodismo) e nello stile musicale (raffinato nellâarmonia e di aperto arcaismo). Lâopera fu dapprima eseguita con successo in forma di oratorio; lâanno successivo, a Madrid, Mancinelli aggiunse anche il prologo: in quellâoccasione si distinse in modo particolare Hariclea DarclĂŠe nel ruolo di Ero. Al contrario, in Italia (Scala, Regio di Torino) lâopera fu accolta con freddezza, data la sostanziale, congenita incompatibilitĂ della musica di Mancinelli con i gusti e le tendenze allora piĂš diffusi. Non è un caso che in seguito lâopera sia stata pubblicata a spese dellâautore.
Fonte:
Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi