Scritta a Milano quando il compositore ricopriva l’incarico di maestro di cappella in duomo, l’opera, ricavata dal dramma giocoso per musica
Le nozzedi Goldoni, divenne celeberrima nel Settecento: Don Giovanni stesso cena per l’ultima volta ascoltandone un motivo, durante il finale dell’opera di Mozart. In pochissimi anni l’opera raggiunse mezza Europa sotto una serie di titoli differenti, anche in traduzione e spesso costretta a ospitare arie sostituive di altri compositori (tra cui, a Vienna, Salieri e Anfossi). Tra i titoli alternativi segnaliamo
I pretendenti delusi,
Im TrĂĽben ist gut Fischen,
Le nozze di Dorina,
Les noces de Dorine, ou Hélène et Francisque,
I rivali delusi,
Dorina contrastata. La vasta fama che
I due litigantiprocurò all’autore fruttò il suo invito a Pietroburgo, presso la corte di Caterina II.
Soggetto dell’opera è la lotta per la mano della cameriera Dorina. La ragazza è contesa fra tre rivali: Mingone, Titta e Masotto. Alla fine il primo rimarrà scapolo, Titta si dovrà accontentare dell’amore di Livietta, mentre vincitore risulterà Masotto. Le schermaglie amorose di questo gruppo di servitori si svolgono all’ombra di una coppia nobile, il conte e la contessa Belfiore.
L’opera deve buona parte del suo successo alla vivace, piacevole caratterizzazione dei personaggi popolari, come il giardiniere Mingone, la cui aria “Come un agnello” viene citata da Mozart nel fatale banchetto di Don Giovanni; né da meno sono i concertati, dotati di ritmo drammatico e complessità non comuni. L’opera di PaisielloTra i due litiganti il terzo gode(1772) non si avvale dello stesso libretto goldoniano, ma di un testo approntato da Giambattista Lorenzi.
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi