Allievo di Delibes al Conservatorio di Parigi, Samaras, che aveva italianizzato il suo nome greco in Spiro Samara, ottenne il suo primo successo con quest’opera: l’anno successivo alla ‘prima’ ebbe undici repliche alla Scala, e venne poi ripresa in Germania, Austria, a Corfù e ad Atene.
In una Svezia di fiaba del XV secolo si svolge la vicenda della ‘crudele’ Lidia, che ha fatto morire d’amore il figlio del conte d’Adelfiord e ora rifiuta l’ordine di sposare Valdo, impostole dal padre, il principe d’Orèbro. Grazie a un ramo di roseto, donatogli dal conte, Valdo potrà sconfiggere la neve e far fiorire ogni cosa (è la condizione che Lidia gli ha posto per amarlo). Ma la vendetta del conte fa disinnamorare Valdo e innamorare Lidia che, vistasi respinta, impazzisce. Ma quando il roseto fiorisce sulla tomba del figlio morto, la vendetta del conte si placa: Valdo torna ad amare Lidia, ormai rinsavita.
Samaras si attiene strettamente a tutti gli elementi caratteristici dell’opera italiana di questi anni: danze che riprendono temi popolari, ampi cori, largo spazio a pagine sinfoniche per descrivere atmosfere psicologiche o geografiche. Ne risulta un’opera priva di particolare originalità e sostanzialmente fragile.
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi