Ancor più dell’omonima opera di Pizzetti che la seguì di circa mezzo secolo,
La figlia di Joriodi Franchetti è fedele alla tragedia di d’Annunzio. Anzi, d’Annunzio vivente, il libretto mostra la diretta impronta del Vate. Identica l’impostazione teatrale.
Negli Abruzzi. Aligi, figlio di Lazaro di Roio, sta per sposare Vienda di Giave, ma è sconvolto da un sogno premonitore. Tra gli invitati alle nozze c’è la meretrice Mila di Codro, figlia del mago Jorio, che chiede aiuto contro dei mietitori che vogliono violentarla. Nel disordine Lazaro viene ferito. Innamoratosi di Mila, Aligi va a vivere con lei in una grotta. Arriva Ornella, sorella di Aligi, invitando il fratello a tornare a casa. Mila rinuncia a lui. È Lazaro adesso che vuole usare violenza a Mila, difesa da Aligi. Ma Lazaro, legato il figlio, lo fa portare via da due contadini. Lo libera Ornella e Aligi ritorna mentre Lazaro sta per compiere l’atto di violenza su Mila. Il figlio uccide il padre. Mentre Aligi sta per scontare il terribile supplizio a cui è stato condannato Mila si carica di ogni colpa, aggiungendo di aver costretto con le sue arti Aligi a credere di aver commesso il delitto, del quale invece è lei sola colpevole. Insonnolito da un sonnifero, Aligi le crede e la maledice. La folla ora lo vuole libero e vuole il rogo per Mila che, in pace con se stessa, sale verso la fiamma: ha salvato l’amore. Ornella capisce tutto, piange commossa e impietosita e, mentre Mila ascende al rogo, le bacia i piedi.
Le differenze tra Franchetti e Pizzetti sono ovviamente tutte di ordine musicale, oltre il diverso stato letterario del testo: al tardo ottocentismo del primo fa riscontro l’austero novecentismo dell’altro; all’asciutto trattamento di Pizzetti, quello più sacrale di Franchetti. Con FranchettiLa figlia di Jorioviaggia verso le proprie radici romantiche, con un linguaggio talvolta retorico, teso a sottolineare l’immolazione di Mila secondo una religiosità immanente nella quale, insieme alle origini della formazione tedesca di Franchetti, si intravvede la lezione verdiana.
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi