L’opera appartiene all’ultimo periodo di Alfano e, nel campo sempre vivo delle accuse rivolte all’autore per il suo procedere francofilo, rappresenta una risposta più o meno esplicitamente polemica.
Parigi, attorno alla metà del XVII secolo. Il povero ma nobile Cyrano è innamorato di Rossana, a sua volta innamorata di Cristiano, che di lei è innamorato senza saperlo dire. Cyrano, che è spirito nobile, imitando la voce di Cristiano (si noti l’assonanza dei due nomi) canta una serenata a Rossana, invocandone, sul finale, un bacio. Quando Rossana cede e dice sì, Cristiano prende il posto di Cyrano: son nozze; e quando Cyrano e Cristiano, che son soldati, vanno in guerra, il primo scrive le lettere d’amore del secondo alla comune amata, di Cristiano sposa, alla quale si stringe il cuore per tanta tenera passione, così che va al fronte, dove Cristiano morente fa appena in tempo a sollecitare Cyrano affinché riveli chi cantò e chi scrisse; ma Cyrano, che è spirito nobile, ha a cuore che tanto amore tra l’amico e l’amata resti nella memoria di lei che sopravviverà . Ma quindici anni dopo, quando toccherà a Cyrano il morire in guerra, nel convento presso l’ospedale si vedrà essersi fatta suora Rossana: di fronte alla tanta passione di Cyrano, finalmente Rossana capisce tutto. Capisce perfino di aver amato in Cristiano l’altra figura che gli si celava dietro, la parte non detta: Cyrano, che muore.
Cyranoè, come sempre in Alfano, opera di accurata strumentazione: paradossalmente l’autore, accusato di esser troppo francofilo, volle, proprio con un’opera di argomento francese, italianizzare il proprio stile, secondo i canoni di melodicità e di alleggerimento dello strumentale che tale ‘italianizzazione’ comportava.
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi