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Falce, La
Egloga orientale in un atto di Arrigo Boito
Musica di Alfredo Catalani 1854-1893
Prima rappresentazione: Milano, Conservatorio, 19 luglio 1875

Personaggi
Vocalità
un falciatore
Tenore
Zohra, fanciulla araba
Soprano
Note
Nel 1875 Catalani si diplomò presso il Conservatorio di Milano. In occasione dei saggi di fine anno il giovane musicista compose un breve lavoro teatrale, che diresse personalmente. Il libretto, scritto da Arrigo Boito, con il quale Catalani tentò in seguito ma senza esito di collaborare, diede modo al musicista di dar vita a un’opera che, accanto a pagine rassicuranti per il loro ossequio alla tradizione, di scoperta maniera verdiana, conteneva anche originali concessioni a esigenze più ‘avveniristiche’, ravvisabili nella deliberata rinuncia a cesure tra i vari numeri della partitura, il cui legame è assicurato da una scrittura orchestrale che si riallaccia – in verità assai nelle intenzioni – alla ‘melodia infinita’ di Wagner. Il soggetto è incentrato sulla passione che lega Zohra, una fanciulla araba sopravvissuta alla battaglia che ha causato lo sterminio della sua famiglia (descritta con minuziosità nell’ampio preludio, strutturato come poema sinfonico e in seguito eseguito più volte come pezzo a sé stante nelle società di concerto), a un giovane falciatore, sullo sfondo di un paesaggio senza vita e desolato. Il lavoro fu accolto da commenti assai positivi e segnò di fatto l’inizio della collaborazione con l’editrice Lucca, musa protettrice dei musicisti ‘rivoluzionari’ dell’epoca. Vennero lodati soprattutto l’aria di Zohra “Tutti eran vivi†e il coro dei carovanieri, pezzi nei quali emerge un linguaggio armonico e contrappuntistico di notevole accuratezza.
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi

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